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Sblocca-Cantieri e ricostruzione: l’allarme del sindacato

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Il segretario generale di Fillea Cgil, Alessandro Genovesi, fissa l’attenzione sugli effetti negativi che il decreto avrà sulla ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto

Il Decreto Sblocca-Cantieri continua a far discutere. Tra i più scettici ci sono i sindacalisti di Fillea Cgil, che hanno ribattezzato il provvedimento “Sblocca-porcate”. Il segretario generale, Alessandro Genovesi, fissa l’attenzione sugli effetti negativi che il decreto avrà sulla ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto

“Anche in questo caso lo Sblocca-Cantieri si rivela in tutta la sua luce, quella di un autentico sblocca-porcate, che non solo non darà una accelerazione alla ricostruzione ma la renderà più selvaggia e meno trasparente”.

Più selvaggia per “l’effetto combinato di un insieme di fattori: il ritorno al massimo ribasso, il ritorno in capo ai Comuni non capoluogo della possibilità di mettere in gara lavori sopra soglia senza passare da soggetti aggregatori (unione dei Comuni, Regione, ecc.), la liberalizzazione degli interventi in area sismica di minor rilevanza, il silenzio assenso per le autorizzazioni ambientali e paesaggistiche”.

Non ci sarà un'accelerazione nei tempi della ricostruzione “a causa dell’ampliamento dei casi in cui si potrà ricorrere al massimo ribasso, con i Comuni che potrebbero sostituirsi per l’erogazione del contributo agli Uffici Speciali per la Ricostruzione (e quindi rendere molto più incerti anche i controlli che subordinano i contributi al lavoro regolare e sicuro), con il superamento di fatto del tetto agli incarichi professionali”.

Infine, per la Fillea c’è il rischio che “sparendo l’obbligo dei tre preventivi per l’accesso al contributo per la ricostruzione, vi sia minor trasparenza e una lievitazione dei costi a carico della finanza pubblica, visto che i contributi coprono il 100% della ricostruzione senza entrare nel merito della singola ricostruzione”.

Le conclusioni di Fillea Cgil

“Stiamo assistendo - conclude Genovesi -  al ritorno a quella filosofia tutta berlusconiana e liberista del “laissez-faire” per cui per fare bene l’unica strada è, secondo il legislatore, avere meno controlli, meno trasparenza, meno qualità, meno tutele. Siamo certi però che sulla trasparenza, sulla qualità, sulla legalità non si possano fare sconti a nessuno. Come Fillea e sindacati delle costruzioni ci batteremo affinché la ricostruzione si faccia presto, ma anche bene: non servono sceriffi o ritorno alla legge della giungla, servono invece pianificazione, risorse, partecipazione e controllo sociale”.