Qual è lo stato di salute del settore costruzioni? Prova a dare una risposta Confartigianato, analizzando una serie di dati. Vediamo insieme quali sono i più interessanti.
Il segnale positivo dell’aumento congiunturale del PIL dello 0,2% nel primo trimestre del 2019 (peraltro dimezzato rispetto al +0,4% dell’Eurozona) interrompe la recessione tecnica del terzo e quarto trimestre 2018; la crescita del primo trimestre dell’anno è il risultato di incrementi del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, sia in quello dell’industria (manifatturiero e costruzioni, estrattivo ed energia), sia in quello dei servizi.
Anche la produzione nelle Costruzioni mostra segnali di ripresa e, a febbraio 2019, si conferma la tendenza alla crescita congiunturale in atto da novembre dello scorso anno, con un aumento più consistente di quelli riscontrati nei mesi precedenti. La nota dell’Istat precisa che il buon andamento a febbraio 2019 (+7,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) “è probabilmente da ricondurre anche alla disparità delle condizioni climatiche rispetto allo scorso anno, avverse nel febbraio del 2018 e particolarmente favorevoli quest’anno”. La crescita della produzione nell’ultimo trimestre dicembre-febbraio (+2,4% vs. trimestre precedente) migliora la performance del 2018 che è apparsa debole, soprattutto nel confronto internazionale, come evidenziato in una nostra recente analisi.
La domanda di lavoro
La domanda di lavoro del comparto appare ancora debole. L’analisi della dinamica dell’occupazione nel settore delle Costruzioni, basata sui dati Eurostat, evidenzia che nel corso del 2018 l’Italia ritorna in territorio negativo segnando un -0,8%, dopo il segnale di tenuta (+0,2%) dell’anno precedente. Nell’Eurozona l’occupazione cresce dell’1,7%, nonostante l’edilizia tedesca presenti una performance negativa della stessa intensità di quella italiana. Trainano la crescita nell’area dell’euro la Spagna, con un +8,2%, e la Francia, con un +3,6%. Su base triennale l’Italia, dopo l’Estonia, è il paese dell’UE a 28 con la peggiore performance (-4,6%) dell’occupazione.
I prezzi degli immobili
Il quadro della congiuntura delle Costruzioni mostra, inoltre, una stagnazione dei prezzi degli immobili. Nel quarto trimestre 2018 i prezzi delle abitazioni, acquistate dalle famiglie per fini abitativi o per investimento, diminuiscono dello 0,6% rispetto allo stesso trimestre del 2017, variazione in leggera attenuazione rispetto al -0,8% registrato nel terzo trimestre 2018. Nel dettaglio, tale dinamica è trainata in territorio negativo dalla diminuzione del prezzo delle abitazioni esistenti (-0,7%, comunque in rallentamento rispetto al -1,3% del trimestre precedente), mentre stazionario risulta quello delle abitazioni nuove, anche se era in crescita dell’1,6% nel terzo trimestre 2018. In media, nel 2018, i prezzi delle abitazioni diminuiscono complessivamente dello 0,6%, a fronte di dinamiche di prezzo di segno opposto tra i prezzi delle abitazioni esistenti (che pesano per oltre l’80% sul dato complessivo), in diminuzione dell’1,0%, e quelli delle abitazioni nuove che aumentano dell’1,0%.
Il sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia,pubblicato da Banca d’Italia, indica per il quarto trimestre 2018 una riduzione media tra il prezzo richiesto dal venditore e quello effettivamente pagato del 10,5%, in lieve attenuazione rispetto al trimestre precedente (10,8%) e sostanzialmente in linea rispetto al quarto trimestre 2017 (10,6%).
Il comparto delle ristrutturazioni
Nelle Costruzioni assumono una specifica centralità le politiche di incentivazione degli interventi per ristrutturazioni e per risparmio energetico, con effetti rilevanti sull’occupazione del settore. La propensione a ristrutturare la casa rimane su buoni livelli. Una recente analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Marche evidenzia che a gennaio 2019 la quota di consumatori che è orientata ad effettuare un intervento straordinario sull’abitazione è pari all’8,9%, livello di poco inferiore rispetto a quanto registrato un anno prima. Osservando la serie storica annuale, dopo il calo registrato nel 2017, la propensione alla manutenzione straordinaria della casa torna a crescere e in media nel 2018 si attesta al 9,4%.