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Semplicità e complessità nella Concert Hall di Copenhagen

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Il progetto dell’architetto francese Jean Nouvel è stato realizzato in quasi cinque anni ed è stato inaugurato recentemente. La struttura è semplice, ma non può essere realmente conosciuta nella sua interezza


La nuova DR Concert Hall di Copenhagen ha un aspetto decisamente insolito. Si presenta infatti come un misterioso cubo rivestito di veli traslucidi di colore blu intenso sulle cui pareti, cangianti a seconda della luce diurna o notturna, sono proiettate immagini video. Il progetto dell’architetto francese Jean Nouvel è stato realizzato in quasi cinque anni ed è stato inaugurato recentemente.

La prima idea alla base dell’edificio - spiega l’architetto - è stata quella di uno schermo blu, una sorta di lanterna magica. La seconda è stata di suscitare la domanda ‘Cos’è questo edificio?’. Quando lo osservi durante il giorno, puoi farti un’idea di ciò che sta dietro lo schermo, anche se non realmente; a seconda della luce, l’edificio cambia notevolmente. Quando il sole è basso, si possono vedere il profilo del volume interno e la cornice della facciata vetrata che si trova dietro lo schermo”.

Si tratta quindi di un edificio dalla struttura semplice, ma che non può essere realmente conosciuto nella sua interezza. La relazione tra semplicità e complessità sta proprio alla base del progetto. Intorno ad un foyer centrale, strutturato su sette livelli per un’altezza complessiva di 30 metri, si sviluppano quattro sale, definite “studi”, differenti per dimensioni e progettazione interna.

Tre ulteriori “studi”, destinati al jazz, alla musica da camera e alle ricerche acustiche, si aggiungono alla sala principale. I diversi volumi sono contenuti in un parallelepipedo a base rettangolare alto 45 metri, con pareti esterne realizzate con un tessuto blu traslucido, sulle quali sono proiettate immagini degli eventi che si svolgono all’interno.

Se l’involucro esterno presenta una certa unicità cromatica, gli spazi interni sono invece caratterizzati da colori molteplici. La sala concerti principale (Studio 1) appare come se fosse tagliata nel legno. Intorno ad un palcoscenico centrale asimmetrico stanno 1800 posti a sedere disposti su più livelli.

Entrando nello Studio 2 si ha invece l’impressione di stare in uno studio hollywoodiano, con grandi pannelli di compensato sui quali sono stampati 38 ritratti di famosi solisti e compositori. Questo spazio prende il nome di Orchestral Hall e accoglie al suo interno 550 posti a sedere.

Lo Studio 3, il Rhythmic Studio, rappresenta l’unità più piccola, con 350 posti a sedere, ma è uno spazio estremamente suggestivo: ispirato ad un grande pianoforte, con pareti nere alternate da pannelli lucidi chiari e pavimento color quercia.

Lo Studio 4 è invece dominato dal colore rosso ed è adattabile per eventi di vario tipo. Questo spazio polifunzionale, chiamato Choral Hall, è poco più grande dello Studio 3, ma accoglie anch’esso 350 posti a sedere.