Semplificazione: ecco il commento dei professionisti sul Ddl

di Marco Zibetti
I professionisti rappresentati da Confprofessioni plaudono la volontà di semplificazione contenuta nell’apposito Ddl, ma mettono anche in luce le criticità

Confprofessioni è stata protagonista di un’audizione davanti alla Commissione “I Affari Costituzionali” del Senato, dove si sta discutendo il Disegno di legge “Semplificazione attività economiche” (AS.1184/2024). Vi proponiamo i punti salienti dell’intervento di Claudia Alessandrelli, vicepresidente della Confederazione.
“Se da un lato - ha dichiarato - l’eccessiva produzione normativa, attraverso la continua modifica delle disposizioni, accompagnata spesso da una scarsa qualità della regolazione, e il carico burocratico di procedure e oneri amministrativi allontanano la Pubblica Amministrazione dal modo di operare di cittadini e imprese, dall’altro, producono costi ingiustificati e rallentano la crescita e la competitività dei sistemi produttivi. Accogliamo, quindi, con favore alcune disposizioni contenute nel Disegno di legge sulla semplificazione delle attività economiche, poiché vanno nella direzione da noi auspicata della riduzione di oneri, costi e tempi per cittadini e imprese”.

Semplificazione: il punto su donazioni e successione

In particolare, Alessandrelli si è soffermata sulla proposta normativa contenuta nell’art. 15 che mira sia ad agevolare la circolazione dei beni provenienti da donazioni tipiche, stabilizzandone gli effetti nei confronti di terzi, sia a favorire l’accesso al credito ipotecario, consolidando la certezza del diritto e dei traffici giuridici. Secondo Confprofessioni, il sistema vigente, rimasto quasi immutato rispetto al testo originario del 1942, ha da sempre penalizzato in modo eccessivo la circolazione e l’ipotecabilità dei beni provenienti da donazione, in considerazione della particolare tutela che il nostro ordinamento accorda ai legittimari (coniuge, discendenti e ascendenti in mancanza di discendenti) lesi o pretermessi, i quali possono, innanzitutto, agire in riduzione, anche a distanza di molti anni, contro i beneficiari delle disposizioni lesive oggetto di distribuzione del patrimonio familiare, e fare, inoltre, affidamento, sulla azione di restituzione, che può essere esercitata anche nei confronti dei terzi acquirenti di immobili provenienti da donazioni. “In Italia il numero delle donazioni di beni immobili nel 2023 è stato di 203.888. Inoltre, oggi, la gran parte della ricchezza del pianeta è concentrata nelle mani dei cosiddetti ‘baby boomers’ (nati tra gli anni 50 e gli anni 60) ed è destinata a passare in eredità, tra non molto tempo, alle generazioni più giovani - ha spiegato la vicepresidente -. Le stime prevedono che in Italia nei prossimi 15 anni si verificherà un passaggio generazionale per circa duemila miliardi, pari, più o meno, a due terzi del debito pubblico. La ricchezza che si trasferirà nei prossimi anni in questo gigantesco passaggio generazionale non può rimanere paralizzata e congelata dai contenziosi ereditari, con particolare riferimento alla successione dei legittimari. Difatti, oggi bisogna fare i conti con una realtà familiare diventata molto più complessa e variegata: le famiglie ‘allargate’ sono sempre più frequenti e come le unioni civili possono essere foriere di contenziosi. Inoltre, l’attribuzione necessaria di una quota dell’eredità al coniuge e ai discendenti trova il suo fondamento in una società oggi radicalmente mutata: la famiglia attualmente, più che una comunità di produzione (come era la famiglia presa a modello nel codice civile del 1942, in cui il coniuge ed i figli contribuivano a formare, incrementare e conservare il patrimonio della famiglia) è una comunità di consumo, educazione e tempo libero, posto che i figli, che si allontanano dalla casa dei genitori dopo la conclusione dei loro studi, hanno già goduto fino ad età avanzata dei benefici (in termini di mantenimento, alimenti ed educazione)”.
Confprofessioni, pur apprezzando e condividendo le misure semplificative introdotte, suggerisce, quindi, “una revisione più incisiva della disciplina dell’istituto della successione necessaria, trasformando definitivamente il legittimario da erede necessario, titolare di un diritto 'alla legittima in natura’ in mero creditore, titolare di un diritto di credito, c.d. ‘legittima in valore’”, al pari di come viene regolato in alcuni ordinamenti europei, quali quello tedesco e austriaco. Tale diritto, da azionare attraverso l’azione di riduzione, sarà garantito, secondo la Confederazione, con gli strumenti che normalmente l’ordinamento prevede per la tutela dei diritti di credito. “A tal fine - ha concluso Alessandrelli - si rende pertanto indispensabile, durante l’iter parlamentare, abrogare l’azione di restituzione contro i terzi aventi causa dai donatari. In tal modo, il donatario o il beneficiario della disposizione testamentaria che abbia subito l’azione di riduzione da parte del legittimario leso o pretermesso avrebbe la facoltà di restituire in natura il bene oggetto della disposizione testamentaria o della donazione, se lo stesso è ancora nella sua disponibilità giuridica, ovvero potrebbe pagare il valore del credito spettante al legittimario al momento dell’apertura della successione”.


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