C’è un settore che si sente escluso dal Decreto Rilancio. È quello dei serramenti e delle schermature solari, tagliati fuori dall’Ecobonus al 110%. Le Associazioni italiane rappresentative di questo comparto chiedono di essere aiutate. Vediamo come.
Viene proposto al Governo e al Parlamento un emendamento che, se sarà accolto, renderà sostenibili e appetibili da parte dei consumatori anche i singoli interventi (ovvero quelli che in massima percentuale, dal 2007 ad oggi, avevano permesso un grande risparmio energetico al Paese, attualmente esclusi dall’articolato del superbonus) compreso le sostituzioni di serramenti e di schermature solari.
I contenuti dell’emendamento proposto dalle Associazioni
Le proposte che saranno inviate, in un unico emendamento, al Governo e al Parlamento per essere introdotte durante l’iter di conversione in Legge del DL 34/2020 sono queste:
- aumento al 70% dell’aliquota di detrazione prevista per i singoli interventi di sostituzione di infissi o schermature solari in luogo dell’attuale 50% dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021;
- abbassamento a 5 annualità del recupero del credito anche per i singoli interventi in luogo delle 10 previste, equiparando la normativa a quanto previsto per gli interventi di riqualificazione complessiva inseriti nel superbonus del 110%. Cinque annualità sia nel caso di recupero fiscale diretto da parte del committente dell’intervento, sia da parte di soggetti terzi, in caso di cessione del credito o di sconto in fattura.
Per senso di responsabilità nei confronti del Bilancio dello Stato, per motivazioni di equità (massimo accesso al provvedimento da parte delle famiglie italiane e conseguentemente lavoro per il numero più ampio possibile di PMI) e affinché le modifiche proposte non producano maggiore spesa erariale, l’intero sistema industriale italiano del settore dei prodotti e degli impianti per la riqualificazione energetica propone che per gli interventi di sostituzione di serramenti che accederanno alle detrazioni del 70%, il valore massimo di detrazione per ciascuna unità immobiliare sia abbassato a 30.000 euro in luogo dell’attuale tetto di spesa fissato in 60.000 euro.