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Settore delle costruzioni in Piemonte

Lavori pubblici di
L’Ance Piemonte lancia l’allarme: il comparto regionale è vicino all’immobilità, attestandosi su cifre molto vicine a quelle del 2006

Ance Piemonte, nel suo primo rapporto congiunturale dell’anno, ha reso nota una serie di dati relativi al settore edile: in breve si sostiene che il cantiere Piemonte è molto vicino all’immobilità. Il comparto delle costruzioni è ben lontano da uno slancio dinamico; il segno positivo che ancora si registra è dovuto esclusivamente alla tenuta del settore privato – che ha investito circa 9.350 milioni di euro nel 2007 – mentre quello pubblico continua la sua fase di agonia dovuta alla mancanza di investimenti, calati nell’ultimo anno del 2,4% rispetto al 2006, per un totale di 2.250 milioni di euro investiti.

Il settore delle costruzioni oggi rappresenta il 9,3% del Pil regionale, impiega circa 141 mila addetti, ovvero il 7,6% degli occupati dell'intero sistema economico piemontese (di cui il 13% è di origine straniera), e raggiunge i 5,6 miliardi di euro di valore aggiunto.

Con gli ultimi dati relativi al comparto, anche se lo spettro di una vera crisi è tenuto lontano, le imprese impiegate non sono di certo ottimiste riguardo il futuro. Tanti ponteggi rimangono fermi, senza lavoro a causa anche del calo delle compravendite di case (-3%), della progressiva riduzione delle opere pubbliche (-2%) e del rincaro delle materie prime, con il costo del ferro triplicato in meno di sei mesi.

Se si considerano gli ultimi nove anni, dal 1998 al 2007 il settore delle costruzioni è cresciuto in Piemonte del 16,4%, mentre a livello nazionale si registra un +29,4%. Anche il confronto con altre regioni non è troppo confortante: in Lombardia si è registrato un +26,3%, in Veneto +26% e in Emilia Romagna +38%.

In maniera analoga, mentre il Pil regionale ha registrato un aumento del 6,8%, quello nazionale è cresciuto del 13,5%.
Infine, sempre nel 2007, sia per quantità sia per valore le crescite nel territorio piemontese sono state davvero basse, molto vicine allo zero: rispettivamente +0,1% e +3% che, tradotto, significa meno lavoro ma più costi.

La cifra investita, sempre durante il 2007, nel settore non è stata troppo diversa da quella messa sul tavolo nell’anno precedente, con circa 11,6 miliardi di euro. La spinta maggiore al comparto è venuta dagli alloggi - 6 miliardi di euro di cui 4 per le ristrutturazioni incentivate dalle agevolazioni fiscali.

In particolare, gli investimenti nell’edilizia abitativa in Piemonte hanno fatto segnare un modesto incremento, +1,5%, nelle nuove costruzioni, e una crescita più accentuata negli interventi di recupero dello stock abitativo esistente (+2,5%).

Se dopo i grandi investimenti che sono stati fatti nei primi anni del 2000 in vista dei giochi olimpici, con una crescita annuale di circa i l5%, a partire dal 2005 si è assistito a un rallentamento del settore.
Per il 2008 l’Ance Piemonte, però, prevede una stabilizzazione sui numeri dello scorso anno, con una riduzione dei livelli produttivi complessivi, soprattutto nel campo delle opere pubbliche, e una leggera contrazione della nuova edilizia abitativa, oltre a quella destinata alle attività produttive. In crescita, invece, l'attività legata alla riqualificazione dell'edificato esistente, in parte dovuta all'elevata età media del patrimonio immobiliare della regione.

Il Presidente del Collegio costruttori di Torino e Vice Presidente Ance per il Centro Studi, Giorgio Gallesio, sostiene che “il Pil regionale cresce poco perché non ha infrastrutture di livello. Oltre la Tav sono tante le opere rimaste al palo. Difficile attrarre investimenti stranieri e migliorare l’offerta turistica. In un contesto di scarsità di risorse pubbliche, gli enti locali non puntano abbastanza su partnership pubblico-private, su strumenti innovativi per rimettere in moto il settore”.

“Stiamo pagando il prezzo di progetti fondamentali non ancora decollati. Primi fra tutti la Torino-Lione e il terzo valico. Un altro gruppo di opere strategiche riguarda il retro-porto di Genova. Oltre che per le grandi opere siamo fermi anche per quanto riguarda le strutture fondamentali per la quotidianità, come l’edilizia sanitaria e l'housing sociale”.

Gallesio ha cercato di prevede anche una soluzione per evitare che la crisi possa ingrandirsi. “Per riportare il settore delle costruzioni al livello delle altre regioni del Nord Italia occorre un mix di azioni che comprendano: investimenti pubblici, attivazione del capitale privato nelle opere pubbliche, con una fiscalità compatibile, una finanza etica e, non ultima, una burocrazia di standard europeo”.