Il Ministero dello Sviluppo Economico ha firmato i decreti attuativi della Finanziaria 2008 che rendono pienamente operativi fino al 2010 gli sgravi fiscali per le famiglie che migliorano l’efficienza energetica della propria abitazione.
La politica di risparmio energetico, già avviata con azioni concrete nel 2007, è stata quest’anno confermata ed estesa attraverso incentivi ad hoc rivolti alla riqualificazione degli edifici esistenti e alla sostituzione dei motori elettrici con altri a più alta efficienza energetica. In merito agli edifici, l’azione del Governo vuole essere un incentivo che spinge verso una sempre maggiore efficienza energetica: secondo le linee tracciate dai decreti, chi investe per rendere energeticamente più efficiente la propria abitazione pagherà meno tasse e vedrà ridotta la propria bolletta energetica.
Infatti, da qui al 2010, nella dichiarazione annuale dei redditi (ovvero sino alla dichiarazione che dovrà essere presentata nel maggio 2011) si potrà detrarre il 55% di tutte le spese sostenute per risparmiare energia nella propria casa, e fino a 200 euro se si acquisterà un frigorifero ad alta efficienza.
Per quanto riguarda le ristrutturazioni, gli interventi ammessi all’incentivo sono:
• la sostituzione di caldaie inefficienti
• l’isolamento termico delle pareti e delle coperture
• l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda
• la sostituzione delle finestre
• interventi integrati che riguardano l’edificio nel suo complesso.
Sono tutti interventi le cui spese potranno essere ammortizzate in pochi anni e che, attraverso tali incentivi statali, si rivelano essere anche convenienti.
L’incentivo è legato alla garanzia che siano raggiunti determinati livelli di efficienza energetica; inoltre, tali misure, porterebbero l’Italia a essere il Paese europeo che rende disponibili per i suoi cittadini i più alti incentivi nazionali per l’efficienza energetica e per le fonti rinnovabili.
Le novità più significative introdotte da tali decreti intendono, soprattutto, semplificare e rendere più facilmente accessibili gli incentivi previsti alle famiglie con reddito più basso:
• Per la sostituzione delle vecchie caldaie è previsto l’utilizzo, oltre delle caldaie a condensazione (che sono quelle a più alto rendimento oggi disponibili), anche di altri generatori, quali le pompe di calore a gas o elettriche, che hanno un rendimento anche superiore alle caldaie a condensazione.
• Per gli interventi più semplici, quali la sostituzione delle finestre in singoli alloggi e l’installazione di pannelli solari per l’acqua calda, sono stati ridotti gli adempimenti burocratici, semplificando i formulari informativi e rendendo facoltativa la certificazione energetica, prevedendo la possibilità per il cittadino di predisporre la documentazione necessaria anche senza il supporto di un tecnico abilitato.
• La detrazione delle spese sostenute (al 55%) può essere ripartita, non più solo in 3 anni, ma in un numero di anni variabile da 3 a 10, a scelta del contribuente che può quindi commisurare la quota annuale al proprio reddito.
Con ulteriori provvedimenti in itinere, sono inoltre previste altre semplificazioni volte a rimuovere alcuni ostacoli nella realizzazione di interventi di efficienza energetica e di utilizzo delle fonti rinnovabili; tra questi misure ci sarebbero la facilitazione nelle decisioni assembleari per la realizzazione di lavori di riqualificazione energetica, l’eliminazione di adempimenti burocratici per l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici se in aderenza alle falde del tetto, e deroghe alle distanze tra gli edifici e alle altezze per interventi di isolamento termico dell’involucro edilizio.
Lo stesso Ministero, per cercare di chiarire ulteriormente la funzione degli incentivi previsti, ha fornito un esempio concreto.
Se una famiglia sostituisce la propria caldaia autonoma con una nuova a condensazione potrà beneficiare di una riduzione della sua bolletta energetica di circa 300 € all’anno, probabilmente avere un confort migliore e pagare per tre anni 550 € in meno di tasse all’anno (ipotizzando dati medi – climatici , dimensionali - e un costo della caldaia di 3000 €, di cui il 55% è 1650 €). Uno stesso intervento in un condominio, abbinato ad un sistema di contabilizzazione del calore, nelle medesime condizioni medie, può portare ad una riduzione dei consumi di oltre il 30%.
Ulteriori informazioni sul sito internet del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’ Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (ENEA).