La sicurezza dei ponti italiani è un tema di grandissima attualità, portato alla luce dal crollo del Ponte Morandi di Genova, ma non solo. È evidente che si debba agire. Ma l’Oice, l'Associazione che rappresenta le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica, mette in guardia da un rischio. Vediamo di cosa si tratta.
“Con la prossima emanazione delle Linee Guida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici si rischia la demolizione e ricostruzione di migliaia di ponti e viadotti sani”. È questa la posizione dell’associazione in relazione alla prossima emanazione delle linee guida per la valutazione dei ponti in esercizio del MIT, che potrebbe costringere a demolire e ricostruire in 5 anni migliaia di ponti e viadotti.
La posizione dell’Oice nelle parole di Lupoi e Scicolone
Ad avviso di Giorgio Lupoi, Consigliere OICE incaricato della normativa tecnica e sismica, “le linee guida in fase di redazione sono uno strumento importante e necessario per fornire indicazioni chiare e dettagliate per colmare la lacuna dell'ultima revisione delle norme tecniche (NTC2018), dove non erano state differenziate le metodologie da applicare per le verifiche di sicurezza per le azioni 'non sismiche' delle costruzioni esistenti rispetto a quelle previste per le azioni sismiche. Inoltre, le NTC2018 erano incentrate sugli edifici tralasciando i ponti”.
Per Gabriele Scicolone, Presidente OICE: “Il tema della sicurezza dei ponti è oramai all’ordine del giorno e dell’informazione nel nostro Paese. Nel plaudire al lavoro svolto dal CSLLPP segnaliamo però che la formulazione attuale non fornisce indirizzi operativi chiari e dettagliati che possano garantire l’operato di società e professionisti operanti nel settore”.
“Ciò che più ci preoccupa - continua Giorgio Lupoi - è che si potrebbero produrre limitazioni significative a migliaia di ponti e viadotti con luci minori di 30m, con la necessità di provvedere alla sostituzione in soli 5 anni”.