C’era molta attesa per la riapertura dei cantieri. Ma c’era anche preoccupazione. Non solo per il rischio di contagio, ma pure per le difficoltà nel rispettare le nuove norme. Ora possiamo tracciare un primo bilancio.
Oice, l'Associazione delle società di ingegneria e architettura, con il Gruppo di lavoro sicurezza - Oice Academy, ha concluso un monitoraggio, condotto da direttori lavori e coordinatori della sicurezza di società associate, su più di 200 cantieri di opere infrastrutturali, residenziali, ospedali, scuole, ecc., per lo più sospesi e da poco riavviati.
Lo screening conferma le criticità
Dallo screening effettuato dall'associazione di Via Flaminia, precisa il Presidente Gabriele Scicolone, "risultano confermate le criticità già evidenziate nel documento Oice Academy, che ha analizzato il protocollo sicurezza di marzo, adesso percepite chiaramente nella fase di riapertura: si tratta di problemi la cui mancata soluzione comporterà rallentamento e anche blocco delle attività e che saranno oggetto di aggiornamento come work in progress a fine giugno".
Dal monitoraggio condotto dall'Oice, si evidenzia quindi il rischio di un prossimo blocco delle attività, se non si interviene urgentemente, a causa della scarsa disponibilità di DPI con adeguata capacità produttiva nazionale: le scorte create per ripartire saranno a breve esaurite.
Altro tema delicato attiene alla definizione di prezziari univoci di riferimento per i DPI: si opera in modo disomogeneo, con prezziari vigenti e con la formazione di nuovi prezzi per le nuove voci emerse con l'emergenza.
Occorre inoltre, secondo l'Oice, una rapida definizione dei criteri e dei tempi di aggiornamento dei cronoprogrammi, nonché dei criteri di calcolo dei maggiori oneri indotti su tutte le figure professionali (CSE e DL) che intervengono nel processo, tema per il quale l'Oice ribadisce la necessità di un Fondo pubblico che copra gli ingenti costi derivanti dall'attuazione delle prescrizioni del protocollo, misura essenziale per evitare che esploda la conflittualità già emergente tra Imprese e Committenze.
Esistono poi delle criticità confermate, ma non ancora percepite per assenza di accadimenti che ne evidenzino la necessità, per i presidi territoriali dedicati al COVID. Si registrano iniziative adottate a livello locale, manca ancora un piano nazionale; sono condivisibili le importanti misure adottate a rafforzamento della sanità nel Decreto Rilancio di prossima emanazione e si auspica che possano configurare un sistema efficace di presidio territoriale.
Si aggiungono, ampliando a dismisura l'area di rischio, criticità attese per realtà operative meno strutturate, che avrebbero bisogno di template univoci per le procedure che dovranno redigere gli Appaltatori e per check list di controllo che dovranno utilizzare i vari attori del processo secondo le rispettive responsabilità.
Il Presidente Scicolone infine sottolinea come sia "rilevantissimo il tema delle responsabilità, sul piano civile e penale, derivante dall'applicazione dell'articolo 42, comma 2 della legge Cura Italia".