In un Paese civile, non si può morire lavorando. Perciò la battaglia per la sicurezza sul lavoro va combattuta con tutte le forze. In prima linea ci sono anche le imprese di costruzione, rappresentate dall’Ance. L’associazione è intervenuta presso la Commissione parlamentare di inchiesta del Senato.
Il presidente Gabriele Buia, che ha guidato la delegazione, ha evidenziato, in premessa, che l’Associazione da sempre ha posto i temi della prevenzione degli infortuni, della salute dei lavoratori e la lotta al lavoro nero in posizione preminente, rendendoli oggetto di attenzione e di azioni concrete. Destina alla formazione e alla sicurezza sul lavoro importanti risorse economiche, organizzative ed intellettuali. La battaglia contro il fenomeno infortunistico non può essere combattuta esclusivamente inasprendo l’apparato sanzionatorio esistente, ma attraverso l’individuazione di nuove strategie di intervento sul fronte della prevenzione.
Ha, poi, sottolineato che, in questi mesi, la forte ripresa dell’attività nel settore delle costruzioni, grazie alla spinta dei bonus edilizi e ad un risveglio degli investimenti pubblici dopo anni di forti cali, ha riportato al centro dell’attenzione il tema della sicurezza nei cantieri. Pertanto, l’Ance ha formulato subito proposte concreteper assicurare una ripresa delle costruzioni nella massima sicurezza. In particolare, ha chiesto di applicare il “modello superbonus” a tutti i bonus edilizi per garantire sicurezza, evitare concorrenza sleale e combattere le frodi. Un sistema collaudato che si basa su prezzi di riferimento e dichiarazioni di congruità di professionisti abilitati.
Cosa fare per aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro?
Sul punto ha espresso apprezzamento sul fatto che l’appello sia stato raccolto dalla politica e che si stiano studiando misure, come l’applicazione di prezzari a tutti i bonus, per prevenire l’illegalità e l’apertura di cantieri irregolari anche sul fronte delle regole per la sicurezza.
Ma non basta. E’ ora di fare una selezione e di consentire solo a chi ha reali competenze e adeguate professionalità di realizzare gli interventi e garantire standard di qualità e sicurezza.
L’Ance ribadisce che accanto all’introduzione di prezzari, è indispensabile prevedere un sistema di qualificazione che attesti la capacità delle imprese impegnate nei lavori che beneficiano dei bonus edilizi. È ora di distinguere le imprese serie da chi si improvvisa solo per ottenere facili guadagni, procurando un danno di reputazione e credibilità a tutto un settore.
Ha, poi, segnalato un problema di cultura e di formazione. La cultura della sicurezza dovrebbe, infatti, essere insegnata sin da bambini a scuola. Gli Istituti tecnici superiori (ITS), in sinergia con i nostri organismi paritetici, dovrebbero rappresentare un canale preferenziale per l’accesso al mondo del lavoro di figure altamente qualificate. Corsi di laurea ad orientamento professionale in professioni tecniche per l’edilizia dovrebbero ricomprendere la materia della sicurezza nei corsi di studio con esame finale.
Il vero costo è la “non sicurezza”, e non la sicurezza, che invece deve essere considerata un investimento. La tutela della sicurezza propria e di quella altrui è un dovere sociale, prima che un diritto.
Il Presidente ha ricordato che il “DL Fiscale” ha recentemente previsto l’istituzione del repertorio degli organismi paritetici, previa definizione dei criteri identificativi e che l’Associazione vorrebbe dare un contributo per la definizione dei criteri.
Devono, inoltre, essere previsti ulteriori incentivi, riconoscimenti ed agevolazioni per le imprese virtuose che adottano ed implementano un modello di organizzazione e gestione della sicurezza e che intraprendono il percorso dell’asseverazione. Le disponibilità di cassa dell’Inail andrebbero utilizzate per creare un sistema di sostegno e di riduzione dei costi alle imprese che vogliono distinguersi per il particolare impegno in tema di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro.
Sempre il “DL Fiscale” ha ampliato la portata del citato articolo 51 del TU sicurezza. Il ruolo di assistenza e consulenza degli organismi paritetici dovrebbe essere, però, ancor più valorizzato.
Creare un sistema a supporto delle imprese virtuose che investono in prevenzione.
Gli altri interventi migliorativi
Sarebbe, inoltre, necessario un intervento volto a sostenere finanziariamente il sistema bilaterale dell’edilizia. Le risorse potrebbero essere reperite attingendo al contributo dello 0,30%, versato dalle imprese edili all’Inps e non destinato a Fondimpresa.
Necessario anche un percorso di richiamo per gli operai con età superiore a 55 anni, con l’obiettivo di prevenire l’eventuale adozione di comportamenti scorretti e pericolosi, che spesso derivano dall’eccessiva consapevolezza e conoscenza del proprio lavoro, nonché un regime di detassazione e decontribuzione totale della retribuzione delle ore di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Il Presidente ha, inoltre, evidenziato l’importanza che tutti coloro che operano in cantiere, compresi coloro che appartengono a settori i cui rischi tipici non sono quelli propri dell’edilizia, dovrebbero ricevere uguali tutele dal punto di vista della sicurezza sul lavoro e della formazione, mediante gli organismi paritetici del sistema. Tali interventi devono riguardare anche i lavoratori autonomi, per i quali, ad oggi, la normativa non prevede obbligo di formazione se non in rarissimi casi. Per questo sarebbe auspicabile un Patto di cantiere.
Ha, inoltre, ricordato che le notifiche, ai sensi del suddetto “DL Fiscale”, alimenteranno una apposita banca dati, istituita presso l'Ispettorato nazionale del lavoro, per la quale è prevista una interoperabilità con le banche dati esistenti. Anche alla luce della recente modifica, è ancora più urgente dematerializzare le notifiche preliminari, coinvolgendo anche le Casse Edili.
L'incrocio dei dati in possesso delle Casse Edili con quelli della notifica preliminare permetterebbe una più attenta verifica delle condizioni di regolarità delle imprese.
Ha, poi, evidenziato le grandi difficoltà nel reperimento dei ponteggi, la cui funzione, tra l’altro, è quella anche di garantire la sicurezza delle maestranze. È indispensabile che ci sia un’accelerazione dei tempi delle procedure autorizzative, in capo al Ministero del lavoro e un aggiornamento della normativa vigente in modo da permettere l’uso di ponteggi regolarmente adoperati in altri Paesi europei.
Infine, ha segnalato come, ad oggi, alcuni Piani di sicurezza e coordinamento appaiono carenti e approssimativi. È necessario agire affinché diventino più vincolanti le norme che il legislatore ha posto in capo ai committenti e non vengano disattese le previsioni del Testo unico.