Innovare o, in ultima analisi, essere destinati alla deriva e quindi scomparire? La grande maggioranza delle imprese italiane si trova di fronte a questo bivio, apparentemente di facile soluzione.
Ma anche alla luce delle più recenti ricerche l’“innovazione tecnologica” non è quasi mai la parola d’ordine in una piccola o media impresa, oppure non sempre le buone intenzioni sono seguite dai fatti, come nel caso delle imprese di grandi dimensioni.
Nelle PMI appena il 16% delle imprese ha attivato infrastrutture ICT “evolute”. Ancora il 29% utilizza infrastrutture “embrionali”, mentre il 55% si trova in una fase di transizione, con sistemi aggiornati ma ancora non completi o coerenti.
Andando ancora più a fondo e analizzando il livello di “maturità ICT” (evoluzione delle imprese in termini sia di evoluzione sia di patrimonio applicativo) emerge che solo il 12% delle imprese è lungimirante (è solitamente presente una Direzione IT e la spesa IT è elevata), il 21% è impostata (ottima maturità applicativa, ma con necessità di interventi di razionalizzazione o di sviluppo adeguato del portafoglio applicativo), il 25% è statica (buona maturità applicativa ma infrastrutture elementari) e ben il 42% è “immatura” (il supporto informatico è limitato alle attività veramente essenziali laddove non del tutto assente).
Solo una impresa su quattro ha un responsabile IT e la Spesa IT è molto ridotta.
L’ago della bilancia è quindi puntato sulla “transizione”, che non esclude però uno scenario di stagnazione nell’attività e nella produttività del sistema Italia.
In questo quadro generale se il Veneto occupa il gradino più alto in termini di investimento in ICT - 1.100 milioni di euro nelle imprese fino a 500 addetti e il Nord-Ovest spende in tecnologie circa 950 euro per addetto contro una media italiana di 800 euro, la media europea è di almeno il doppio.
Attualmente i settori più attivi nell’innovazione tecnologica sono proprio quelli in cui l’infrastruttura ICT gioca un ruolo determinante: telecomunicazioni, media, informatica, servizi bancari e assicurativi o anche settori all’interno del manifatturiero – che nel complesso non eccelle – come la chimica, la gomma e la plastica che devono confrontarsi nella gestione al controllo di processi complessi. Fanno da eco negativa la sanità, l’istruzione, gli enti locali, il turismo, gli alberghi, i ristoranti e le costruzioni.
"Certamente - ha dichiarato Pierantonio Macola, Amministratore Delegato Smau - nelle imprese con oltre 250 addetti l’allineamento delle IT al business è molto più avanzato. A differenza delle PMI, dove è un’eccezione trovare imprenditori illuminati che vedono le tecnologie come strumento e non come spesa, in tale contesto le ICT sono ormai sempre più attività di supporto e sempre meno attività chiave".
"Ciò emerge anche - ha contintuato Macola - dalle prime anticipazioni del Rapporto annuale sull’adozione delle ICT in Italia da parte delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni, realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano e che sarà presentato in esclusiva durante il Convegno di apertura di Smau 2008 il 15 ottobre. Tutti i responsabili funzionali intervistati sono coscienti e convengono sulla necessità che ogni funzione debba essere supportata dalle IT. L’attenzione si sposta quindi dalla percezione all’adozione. E sorprese e novità arriveranno su tutti i fronti".
Smau vuole rappresentare non la vetrina, ma l’agorà dove la distanza tra ICT e imprenditori, tra manager IT e business manager possa diminuire sempre più fino a scomparire.
Anche per questo oltre al target storico dei Responsabili IT una grande attenzione è dedicata ai manager delle principali funzioni aziendali coinvolte o da coinvolgere nell’innovazione: Marketing e Vendite, Operations, Logistica e Supply Chain, Amministrazione e Finanza, Risorse umane, Acquisti, Pubblica Amministrazione.
A queste figure Smau 2008 fornisce una serie di contenuti utili a comprendere le opportunità di business offerte dalle nuove tecnologie. Infatti, sempre in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano, verranno presentati, nell’ambito di convegni specifici, i risultati delle ricerche condotte su ciascuna funzione aziendale con l’obiettivo di analizzare la rilevanza percepita e il ruolo che le ICT possono giocare nei diversi settori dell’impresa.
li incontri vedranno anche il coinvolgimento delle Associazioni di categoria di riferimento per ogni funzione aziendale e le testimonianze dirette dei manager di imprese italiane.
Va infine sottolineato come il compito delle tecnologie – il ruolo dei fornitori di soluzioni informatiche – sia quello di andare incontro a chi le usa. I confronti con altre realtà, anche solo europee, sono utili se si è in grado di offrire al mercato italiano soluzioni “personalizzate”. Smau si propone anche questo: una piattaforma, anzi la piattaforma per eccellenza, per creare dialogo tra fornitori e mercato.
E se è cosa positiva constatare come le PMI italiane abbiano una postazione informatizzata (pc fisso o portatile) ogni 2 addetti, un po’ meno è scoprire che il 13% delle stampanti sono ancora ad ago o che la maggior parte degli imprenditori alla definizione “web for business” intenda ancora il canale per fare siti aziendali e non – come il futuro impone – lo strumento principe per fare comunicazione multicanale con applicazioni svariate a cominciare dal business social networking.
Smau 2008, che si svolgerà dal 15 al 18 ottobre a Fieramilanocity, si presenta quest’anno con un progetto di rilancio del proprio modello, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze sia delle imprese e dei professionisti sia degli operatori del Canale ICT.
La nuova formula punta a coinvolgere non solo le aziende di grandi dimensioni, ma anche e soprattutto le piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia italiana. Smau 2008 si riconferma così come la più importante e completa piattaforma di incontro domanda/offerta nel mondo delle tecnologie dell’Informazione e dellaComunicazione a supporto del business.