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Società tra professionisti: gli Architetti chiedono una modifica al Dl Liberalizzazioni

Professione di
Secondo il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori è irragionevole ed errato consentire che il socio non professionista possa possederne la maggioranza


"In fase di conversione del Dl sulle liberalizzazioni si corregga la norma sulle società professionali che è stata snaturata togliendo ogni limite alla presenza e ai poteri esercitati dai soci terzi di capitale, contraddicendo la logica della istituzione di una peculiare forma di società  quale è, appunto, quella dedicata ai professionisti". A chiederlo è il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
 
"E' irragionevole ed errato - secondo gli architetti italiani - consentire che il socio non professionista possa possederne la maggioranza, poiché le società tra professionisti devono - come  indica la stessa Riforma delle Professioni -  garantire autonomia professionale e tecnica.  E'  per questo motivo che nel resto d'Europa sono possedute, almeno in maggioranza, dagli iscritti agli Albi, in modo da rendere trasparenti gli assetti societari, e, allo stesso tempo, per dare certezze ai consumatori sul fatto che il professionista li garantisca nei confronti delle imprese e degli stessi fornitori".
 
"A questo proposito va poi ricordato - continua il Consiglio nazionale - che l'Unione Europea ha  chiesto al nostro Paese  di modernizzare la professione attraverso la creazione di società tra professionisti senza in alcun modo riferirsi alle società con soci di capitale di maggioranza che costituirebbero, di fatto, un'anomalia tutta italiana".
 
"Chiediamo al Governo - conclude - di correggere un errore evidente, ridando ratio alla norma, ai partiti che compongono la maggioranza  di sostenere una  misura  che eviti  conflitti di interesse, che salvaguardi  i professionisti - soprattutto i più giovani  - dall'essere assoggettati tout court al potere del puro profitto e che, soprattutto,  tuteli le  garanzie del consumatore".

Il Consiglio Nazionale chiede anche la possibilità di costituire reti Interprofessionali, sulla falsariga delle reti di impresa, poiché rappresentano un modello assai più moderno e adatto, rispetto alle tipologie delle società, alla specificità del lavoro degli architetti  e alla realtà professionale italiana ed europea.