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Solar Generation

Energie rinnovabili di
Pubblicato il rapporto sulle prospettive dell’energia solare di Greenpeace: buone prospettive per il fotovoltaico

Greenpeace e l'European Photovoltaic Industry Association (EPIA) hanno pubblicato la quinta edizione di Solar Generation, rapporto sulle prospettive dell'energia solare.

Secondo le stime contenute nel rapporto, entro il 2030, il fotovoltaico coprirà il fabbisogno di energia elettrica di circa 4 miliardi di persone, i due terzi della popolazione mondiale.

Secondo il rapporto, entro il 2030 sarà installata una potenza di 1.800 GW di sistemi fotovoltaici nel mondo, capaci di generare 2.600 miliardi di chilowattora pari al 14% circa del fabbisogno mondiale di elettricità, oltre il doppio di quanto è oggi soddisfatto dal nucleare.

La crescita del fotovoltaico porterà energia pulita a 1,3 miliardi di persone in regioni urbanizzate, e a oltre 3 miliardi in aree non ancora raggiunte dall’elettricità

Il rapporto illustra le caratteristiche fondamentali della tecnologia fotovoltaica, gli aspetti principali del mercato specifico e le prospettive relative, i costi ed i vantaggi derivanti dall'impiego del fotovoltaico ed i meccanismi adottati dai governi per incentivarne la relativa diffusione.

Secondo i dati di “Solar Generation V”, produrre energia da fotovoltaico diventerà economicamente competitivo rispetto alle fonti fossili tradizionali già dal 2015 nei paesi dell’Europa meridionale, e dal 2020 nell’intero continente.

La rivoluzione solare permetterà di tagliare 1.600 milioni di tonnellate di CO2 nel 2030, pari alle emissioni attuali di Italia e Germania, e creare milioni di nuovi posti di lavoro.

Già oggi a livello mondiale sono circa 120 mila coloro che lavorano nel settore. Il rapporto prevede che il dato potrà raggiungere i 2 milioni nel 2020, e 10 milioni nel 2030

La grid parity (l'equivalenza tra il costo del kWh fotovoltaico e quello del kWh convenzionale) dovrebbe essere raggiunta in Europa entro il 2020. Anche se i paesi meridionali dovrebbero realizzarla con qualche anno di anticipo.

La previsione è stata effettuata sulla base dell'evoluzione in prospettiva di 2 tendenze: da un lato, la diminuzione dei prezzi del fotovoltaico e dall'altro l'aumento dei costi del kWh convenzionale.

Eppure, nonostante lo sviluppo che sta registrando in Italia, il fotovoltaico continua a crescere meno di quanto potrebbe, come osserva Francesco Tedesco, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. Cento volte di meno di quanto potrebbe.

Come segnalato anche in un documento ufficiale curato dal National Network of PV Associations (NNPVA) di Valencia, che ha tracciato una fotografia dei vari problemi burocratici nei principali paesi europei.

Tali problemi persistono, soprattutto in quei paesi dove l’economia del solare è ancora giovane. Due gli ostacoli principali: la burocrazia e l’allacciamento alla rete.

Ad esempio in Italia sono necessari almeno nove mesi per installare e allacciare alla rete un piccolo impianto e quasi un anno mezzo per uno di taglia grande. Problemi simili si riscontrano in Francia, Spagna e Grecia.

Resta comunque uno sviluppo mondiale della tecnologia che ha portato la potenza FV cumulativa nel mondo da 6.670 MW a fine 2006 a 9.162 MW a fine 2007.

Dal 1998 il settore cresce ad una media del 38% annuale. Oggi il giro d’affari dell’industria FV è dell’ordine di 13 miliardi di euro

Secondo il responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace“Ancora oggi oltre l'82% degli incentivi alla produzione di energia elettrica vanno a impianti a base fossile e non alle fonti rinnovabili. Nel 2007 in Italia sono stati elargiti alle fonti fossili assimilate, attraverso il meccanismo Cip6, circa 3,7 miliardi di euro, mentre il solare fotovoltaico ha ricevuto appena 26 milioni di euro, meno dell'uno per cento”.

“Un tale squilibrio è inaccettabile: occorre ‘liberare’ risorse destinate alle fonti fossili per il rapido sviluppo delle rinnovabili. Assistiamo, invece,
- prosegue Tedesco - a un folle piano per il ritorno al nucleare, e all’inaugurazione di nuove centrali a carbone”