La Banca d’Italia ha pubblicato sul proprio sito telematico il“Sondaggio Congiunturale sul Mercato delle costruzioni”. Il sondaggio è stato svolto grazie a un campione di 1.413 agenzie immobiliari in cui sono stati posti quesiti inerenti al primo trimestre 2017 e previsioni sul secondo trimestre (Aprile-Giugno).
La ricerca mette in rilievo la ripresa e un miglioramento del mercato residenziale italiano. Contestualmente, però, emergono previsioni non floride per ciò che riguarda l’andamento dei prezzi.
Specificatamente, spiega il documento, “nel primo trimestre del 2017, la quota di operatori che segnala pressioni al ribasso sulle quotazioni immobiliari, pur in lieve aumento rispetto al trimestre precedente, rimane ampiamente al di sotto di quella dello stesso periodo del 2016. Sono ulteriormente migliorate le condizioni della domanda: i potenziali acquirenti e gli incarichi a vendere sono aumentati; i tempi di vendita si sono ridotti”. Viene anche evidenziato che “Resta prevalente la quota di acquisti finanziati da mutui, che continuano a coprire oltre il 70 per cento del valore dell’immobile”.
Dal bollettino elaborato dalla Banca d’Itali si nota una differenza tra agenzie che segnalano listini in diminuzione e quelle che danno un miglioramento congiunturale dei prezzi nel primo trimestre 2017. La differenza tra le due tipologie di agenzie è di -29,0, che rappresenta un peggioramento al cospetto del saldo di -24,9 del precedente trimestre. Viene, altresì, evidenziato che il numero di agenzie immobiliari che segnalano prezzi in aumento congiunturale si è attestato al 3,6% del campione intervistato. Tale risultato non è mai stato raggiunto nei dati inerenti ai trimestri dello scorso anno.
Per quel che concerne le aree geografiche il documento sancisce che “La quota di operatori che hanno dichiarato di aver locato almeno un immobile è rimasta su valori comparabili a quelli dell’indagine di gennaio (82,8, da 83,2); valori più bassi sono stati riscontrati nel Nord Ovest, mentre il mercato è risultato più dinamico nel Nord Est e nelle aree non urbane del Centro. Il saldo negativo fra giudizi di aumento e di riduzione dei canoni di locazione si è lievemente ampliato (a -13,7 punti percentuali, da -12,5 nella precedente rilevazione); il calo è stato più accentuato nel Mezzogiorno e nelle Isole, dove il saldo è sceso a -30,1 (da -13,2).
L’indagine della Banca d’Italia fa anche emergere un grande aumento congiunturale degli operatori che evidenziano un estensione degli incarichi di vendita. I dati, infatti, fanno registrare +24,2% nel primo trimestre rispetto al 17,5% nel quarto trimestre 2016. Tali incarichi di vendita sono riferiti ad immobili che si trovano prevalentemente nelle aree non urbane del Sud-Isole (29,4%), Nordovest (26,5%), Nordest (25,6%) e Centro (22,3%).
Viene altresì evidenziato che “La quota di acquisti finanziati con mutuo ipotecario è rimasta pressoché stabile, intorno all’80%. Anche il rapporto fra prestito e valore dell’immobile si è collocato su valori analoghi a quelli del periodo precedente (73,3, da 75,5%), risultando lievemente più elevato nelle aree non urbane (75,1%)”.
Il bollettino mette in evidenza che complessivamente il 66,5% delle transazioni immobiliari si concludono con uno sconto entro il 20% del prezzo iniziale. Altresì il quantitativo delle compravendite concluse con uno sconto di oltre il 30% sul prezzo iniziale è pari al 2,7%. Tale risultato corrisponde alla quota più bassa degli ultimi trimestri. Si mette in evidenza che gli sconti più elevati che superano il 30% sul prezzo iniziale, si registrano nelle vendite di immobili nelle città del Sud e delle Isole.
Per quello che attiene alle attese per il prossimo trimestre la relazione della Banca d’Italia, infine, sottolinea che “Rispetto allo scorso trimestre, le prospettive sull’evoluzione a breve termine del mercato immobiliare nazionale sono lievemente migliorate: il saldo fra attese più e meno favorevoli è salito a 18,1 punti percentuali (da 17,0). Il rialzo si è concentrato nelle regioni meridionali e, in misura più marcata, in quelle centrali. Le attese sono improntate ad un maggiore ottimismo anche su un orizzonte di medio termine (due anni), per il quale quasi il 50 per cento degli operatori (da 43,6 nella scorsa indagine) si attende un miglioramento delle condizioni del mercato”.