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Split payment: la rabbia delle imprese edili italiane

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Split payment: la rabbia delle imprese edili italiane
Buia: “Se veramente questa richiesta sarà confermata, sarà l’ennesima prova che invece di voler aiutare le imprese si fa di tutto per farle chiudere, soprattutto in questo momento”

C’è una notizia che ha messo sul piede di guerra le imprese edili italiane. Pare che il Governo abbia chiesto all’Europa la proroga dello split payment, ovvero  la possibilità per la pubblica amministrazione di versare l’Iva direttamente allo Stato.

L’Ance non usa mezzi termini: “Se veramente questa richiesta sarà confermata, sarà l’ennesima prova che, invece di voler aiutare le imprese, si fa di tutto per farle chiudere, soprattutto in questo momento”, dice il presidente, Gabriele Buia.

Perché l’Ance è contraria allo split payment?

“Sono anni che ci battiamo per l’eliminazione di una norma ingiusta che drena 2,5 mld all’anno alle imprese con la scusa che si vuole combattere l’evasione: balle! Serve solo per fare cassa e subito a danno di tante imprese oneste”. Infatti, con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica, che consente di controllare in modo capillare i versamenti, è venuta meno anche la motivazione originaria che aveva spinto 5 anni fa il legislatore ad adottare questa misura, che peraltro a detta di Bruxelles doveva e poteva avere solo carattere temporaneo.

Inoltre, visto che l’Italia è fanalino di coda dell’Ue per rimborso Iva (secondo Commissione Ue sono 63 settimane di media contro quella europea di 16) significa che le imprese dovranno aspettare anni per riavere il proprio credito. “E’ evidente che si vogliono far pagare ancora una volta alle imprese i costi sostenuti dallo Stato: con una mano ci danno liquidità, peraltro in tempi lunghi e in modo non efficiente, e con l’altra ce la tolgono subito. Una decisione - continua Buia -, che appare del tutto in contrasto con quanto previsto anche nei programmi elettorali delle forze di maggioranza e dal Premier stesso in tutte le occasioni pubbliche e di fronte alla quale non siamo disposti a stare con le mani in mano”.

Per le imprese che stanno affrontando con coraggio questa durissima crisi rappresenterebbe infatti “una mazzata finale ingiustificata e peraltro illegittima. Mi chiedo come l’Europa potrà approvare l’ennesima proroga di una misura che doveva già essere accantonata da tempo: di questo passo non resterà in piedi un’impresa in grado di costruire infrastrutture!”.