L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il nuovo rapporto “Statistiche Catastali 2021”. Questo ci permette di conoscere meglio il patrimonio immobiliare italiano. Vi diamo un’anteprima dei dati più rilevanti.
La 16esima edizione restituisce un quadro analitico, alla scala nazionale, delle informazioni presenti nel Catasto edilizio urbano al 31 dicembre 2021; il volume è stato realizzato dall'ufficio Statistiche e Studi della direzione centrale Servizi estimativi e Osservatorio del mercato immobiliare, con la collaborazione della direzione centrale Servizi catastali, cartografici e di pubblicità immobiliare.
I contenuti del volume “Statistiche Catastali 2021”
Le unità immobiliari presenti nella banca dati catastale alla fine del 2021 sono, complessivamente, più di 77 milioni; di queste, oltre 66,5 milioni appartengono alle categorie a destinazione ordinaria (A, B, C), speciale (D) e particolare (E), ovvero le cinque per le quali è prevista la presenza della rendita catastale (oltre 38 miliardi di euro la somma complessiva, +0,5% rispetto al 2020), mentre le restanti unità immobiliari rientrano nella categoria F (unità censite al solo scopo inventariale), nei cosiddetti beni comuni non censibili (ovvero unità di proprietà comune) e in una componente residuale di unità ancora in lavorazione (poco più di 70 mila).
Il rapporto concentra le proprie analisi, in particolare, sulle cinque categorie con rendita e sulle unità immobiliari della categoria F, ovvero su un totale di oltre 70 milioni di unità immobiliari, un numero cresciuto dello 0,9% rispetto all’anno precedente.
Dal lato dei soggetti, si conferma una spiccata prevalenza delle persone fisiche nell’ambito residenziale (ovvero nella Categoria A, ad eccezione delle A/10) e nella Categoria C, con percentuali prossime o superiori al 90%, così come anche nella Categoria F, con una proporzione prossima all’80%. Le persone fisiche risultano prevalenti (oltre il 56%) anche nella categoria A/10 degli uffici, mentre per il resto (Categorie B, D, E) prevalgono, pur con rapporti diversi, le persone non fisiche; in generale, per effetto della diversa numerosità delle aggregazioni, le persone fisiche risultano intestatarie dell’88,6% del patrimonio censito.
La proporzione varia in modo abbastanza significativo se si fa riferimento alle rendite: le persone fisiche risultano infatti intestatarie di poco più del 60% della rendita complessiva, con una prevalenza che si conferma superiore al 90% in ambito residenziale e che scende a poco più del 70 nelle C, mentre le persone non fisiche risultano intestatarie del 97,4% della rendita delle B, del 95,4% della rendita delle E, dell’82,4% della rendita delle D e prevalgono anche, sempre in termini di rendita, negli uffici (62,2%).