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Stazioni appaltanti: ecco le nuove linee guida dell’Anac

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Stazioni appaltanti: ecco le nuove linee guida dell’Anac
Si tratta delle modalità operative per la riqualificazione che varrà per tutte le procedure di gara indette da stazioni appaltanti e centrali di committenza

Il Codice Appalti va riformato. Per farlo, è necessaria prima di tutto una riqualificazione delle stazioni appaltanti. Ed è questo l’obiettivo delle linee guida emanate dall’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Scopriamone i contenuti.

Le Linee guida, approvate con la delibera 141 del 30 marzo 2022, indicano le modalità operative per l’attuazione del sistema di riqualificazione, che varrà per tutte le procedure di gara indette dalle stazioni appaltanti e dalle centrali di committenza.

E' stata avviata una consultazione pubblica sulle Linee guida, con la possibilità per le varie istituzioni pubbliche, centrali di committenza, operatori economici e associazioni di categoria di inviare osservazioni e indicazioni.

La ripercussione sulle stazioni appaltanti

Attualmente le stazioni appaltanti in Italia sono 36.000, con oltre 100.000 centri di spesa. Tale numero verrà notevolmente ridotto, e potranno fare appalti solo le stazioni con le qualifiche necessarie, e le capacità di contrattazione adatte.

Si tratta di un passaggio fondamentale per migliorare la spesa pubblica in Italia. Comprerà chi è in grado di condurre correttamente la fase di affidamento e spuntare prezzi migliori; eseguirà il contratto chi dispone delle professionalità e delle competenze per farlo. Il tutto è finalizzato a qualificare il compratore pubblico, facendo fare appalti solo in digitale attraverso una piattaforma digitale e auspicabilmente unica sul territorio, ma soprattutto collegata in tempo reale con la banca dati nazionale dei contratti pubblici di Anac; e a garantire la controllabilità dell’appalto dal bando di gara al collaudo dell’opera.

Si tratta una novità importante, mai riuscita finora in Italia (nonostante il Codice degli appalti, recependo la direttiva comunitaria, lo abbia previsto come obbligatorio dal 2018), tanto che ancora oggi più di una gara su tre viene ancora gestita in modalità cartacea.

A dicembre vi era stato il Protocollo d’intesa firmato tra il premier Draghi e il Presidente di Anac Giuseppe Busia, e l’istituzione del tavolo di lavoro congiunto presso la Cabina di regia di Palazzo Chigi.

Gli obiettivi della riforma

Gli obiettivi della Riforma di riqualificazione sono:

- riduzione delle stazioni appaltanti, con particolare riferimento ai Comuni, centralizzando il più possibile gli acquisti per spuntare prezzi migliori;

- rafforzamento e qualificazione delle stesse, arginando deficit organizzativi e di professionalità dovuti all’eccessiva frammentazione;

- applicazione di criteri di qualità, efficienza, professionalizzazione, realizzando un accorpamento della domanda;

- istituzione dell’anagrafe unica delle stazioni appaltanti, inserendole secondo il livello di qualifica in possesso, e la loro provata capacità di acquisire beni, servizi e lavori, oltre che sulla base delle strutture organizzative stabili per l’acquisto, del personale presente con specifiche competenze, e del numero di gare svolte nell’ultimo quinquennio.