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Stazioni appaltanti: perché la qualificazione non decolla?

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Stazioni appaltanti: perché la qualificazione non decolla?
Il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia, fa il punto della situazione sulla qualificazione delle stazioni appaltanti

Il nuovo Codice Appalti, entrato in vigore all’inizio di questo mese, richiede la qualificazione delle stazioni appaltanti. Ma sono ancora troppo poche quelle che che si sono messe in regola. Come mai? E come risolvere?

Il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, incaricata di vigilare sugli appalti pubblici e di presidiare il sistema di digitalizzazione e qualificazione, spiega in un’intervista all’Ansa: “Noi lo avevamo sollecitato fin dall’inizio ma, purtroppo, parallelamente alla riscrittura del Codice dei contratti, non ci si è preoccupati abbastanza di investire sul rafforzamento delle stazioni appaltanti, assumendo giovani capaci e preparati, in grado di svolgere le gare rapidamente e risparmiando denaro pubblico”.

“Ora che anche gli ultimi numeri evidenziano questa carenza - precisa però il presidente, Giuseppe Busia, riferendosi al ritardo con cui le stazioni appaltanti stanno registrandosi per qualificarsi - non è tempo di polemiche, ma di rimboccarsi tutti le maniche per trovare soluzioni concrete: stiamo già lavorando con la Cabina di Regia di Palazzo Chigi e spero davvero che nelle prossime settimane, insieme a Governo, Regioni ed Enti locali riusciamo a muoverci in maniera coordinata per garantire un effettivo rafforzamento degli acquirenti pubblici, a tutti i livelli istituzionali”

“Non possiamo più permetterci 26.000 stazioni appaltanti autorizzate anche a gestire le procedure più complesse, perché questo comporta sprechi e inefficienze, ma dobbiamo concentrarci almeno su 100 o 200 centrali di committenza diffuse sul territorio e specializzate, in grado di svolgere le procedure supportando gli enti meno attrezzati, aiutandoli a realizzare i loro progetti”.

“Oggi occorre evitare che si creino blocchi e rallentamenti: il rafforzamento delle stazioni appaltanti non è solo un passaggio indispensabile per garantire gli investimenti del PNRR - conclude Busia -, ma di un investimento di lungo periodo per accrescere la capacità amministrativa, assicurare sviluppo e crescita duratura”.

Il portale Anac

Per consentire alle stazioni appaltanti di registrarsi e qualificarsi, l’ANAC ha anticipato di un mese l’apertura del proprio portale. Tuttavia, finora, poco più di 2000 stazioni appaltanti hanno chiesto di registrarsi, rispetto alle 26.000 teoricamente attive e alle circa 13.000 delle quali erano concretamente attese le domande. 

In compenso, molte stazioni appaltanti hanno avviato nuove gare nelle ultime settimane. “Nelle ultime settimane - conferma Busia - sulle nostre banche dati abbiamo registrato un’impennata delle richieste dei codici necessari per avviare nuove gare, perché questo garantisce di gestire le procedure con le vecchie regole, non applicando il nuovo Codice, che entra in vigore oggi. Non si tratta però di un segnale di sfiducia nelle nuove regole - spiega Busia -, ma un fenomeno che si crea sempre quando vi sono interventi normativi tanto profondi. Quando entrano in vigore nuove regole - chiarisce  - si crea sempre un effetto di blocco, perché i funzionari attendono di capire concretamente come funzioni il nuovo quadro normativo, e nel frattempo utilizzano finchè possono le vecchie, che conoscono meglio”.

La formazione del personale

Per assicurare la formazione dei funzionari che dovranno applicare il nuovo Codice, Anac ha organizzato, insieme alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) e a tante altre istituzioni, numerosi corsi specialistici, diretti in particolare al personale delle stazioni appaltanti, essendo la formazione un elemento essenziale, non solo per ricevere la qualificazione, ma concretamente per poter operare al meglio nella gestione degli investimenti pubblici.