Sul Superbonus 110%, la maxi-detrazione fiscale che sta dando un grande impulso alla ripresa del nostro settore e dell’intera economia, si addensa un’altra nube. Vediamo di cosa si tratta e leggiamo il commento dell’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili.
Il problema è lo stop delle banche alla cessione del credito. Una situazione che, secondo il Presidente dell’Ance, Gabriele Buia, “crea grandissimi problemi. Molti contratti rischiano di saltare e con l’esaurimento del plafond delle banche molte imprese non avranno la possibilità di scontare il credito”.
Il problema delle troppe imprese non qualificate
Le molte, troppe, domande di accesso al bonus edilizio hanno portato all’esaurimento della capacità fiscale e le banche non possono accettare altri crediti. “E’ un disastro”, aggiunge Buia, che vede la causa “nel proliferare di aziende che nulla hanno a che fare con il comparto delle costruzioni. Sono mesi che ci sgoliamo denunciando la nascita di quasi 12mila nuove società che si sono iscritte alle Camere di Commercio con il codice Ateco delle costruzioni, ma che in realtà non hanno nulla a che fare con il nostro mondo, che anzi subisce solo gli effetti peggiori di questa speculazione”.
Uno scenario di grossa difficoltà che si aggiunge alla sofferenza che il settore sta già affrontando legata al caro materie prime, acutizzatosi con lo scoppio della guerra in Ucraina. “Basterebbe allungare per qualche altro anno la possibilità di usufruire del Superbonus”, propone Buia, che chiede di trasferire sul bonus le regole del cratere del terremoto del Centro-Italia dove, “il denaro pubblico viene elargito solo a imprese qualificate”.
Intanto, nel prossimo decreto di aiuti, che il Consiglio dei ministri esaminerà in settimana, dovrebbe trovare spazio una quarta cessione del credito, quella tra la banca e il cliente. Al momento, le cessioni sono tre, con la seconda e la terza riservate solo a banche, intermediari finanziari e assicurazioni.