La successione di manovre economiche ha penalizzato in particolar modo i Comuni, costretti a ripetuti tagli per far quadrare i conti e rispettare i parametri del patto di stabilità.
L’Istituto Nazionale di Urbanistica avverte che un approccio di questo genere, fatto di drenaggio di risorse senza distinzione, rischia di penalizzare a tal punto i municipi da privarli della possibilità di aggiornarsi e formarsi sul versante sulla programmazione territoriale, lo strumento attraverso il quale si attuano le politiche di prevenzione e si mette in pratica un governo dei territori efficiente e rispettoso del paesaggio e dell’ambiente. Si rischia pertanto di prosciugare la cultura alla base del buon governo dei nostri territori.
L’Inu, per scongiurare questo pericolo, chiede che le risorse che le pubbliche amministrazioni possono destinare per associarsi a enti senza fini di lucro, impegnati storicamente nel sostegno alle azioni di tutela della città, dell’ambiente e dei beni culturali, siano escluse dall’applicazione del patto di stabilità.