Toscana: bando sperimentale da 13 milioni di euro contro l’emergenza abitativa

Lavori pubblici di Marco Zibetti
“I nuovi modelli di concepire l’edilizia residenziale pubblica - ha detto l’assessore al welfare Allocca - devono porre al centro i tre concetti di sostenibilità: sociale, economica ed ambientale”


Coniugare sostenibilità ambientale, economica e sociale nella proposizione di nuovi modi dell’abitare, del costruire e del recuperare. Il bando sperimentale da 13 milioni di euro sull’edilizia sostenibile che uscirà in autunno per alleggerire, almeno in parte, il problema dell’emergenza abitativa in Toscana conterrà tutte le idee e le proposte provenienti dal territorio.

L’assessore regionale al welfare e alle politiche per la casa Salvatore Allocca ha aperto il convegno dal titolo ‘Social housing: sostenibilità sociale e stili di vita’ che si tiene tutto il giorno all’auditorium di Sant’Apollonia a Firenze. All’incontro, organizzato dalla Regione in collaborazione con l’associazione Eco Action, ha partecipato anche l’assessore all’urbanistica e al territorio Anna Marson.

I nuovi modelli di concepire l’edilizia residenziale pubblica - ha detto Allocca - devono porre al centro i tre concetti di sostenibilità: sociale, economica ed ambientale. In questo momento non ci stiamo confrontando soltanto con una pesante crisi economica, ma anche con una incessante trasformazione sociale. Il dovere di chi amministra è, da un lato, tentare di garantire al massimo un diritto fondamentale, quello ad avere una abitazione, e, dall’altro, di operare cercando di soddisfare i tre concetti di sostenibilità”.

Dopo l’estate arriverà il bando sperimentale sull’edilizia sostenibile da 13 milioni. “Il bando al quale stiamo lavorando – ha aggiunto l’assessore – promuovendo autocostruzione, autorecupero e cohousing, cerca di soddisfare questi criteri. Da quando abbiamo iniziato questo percorso abbiamo avuto una buona risposta dal territorio, che ci dice come il tema desti un interesse forte e crescente. Vorremmo che il bando fosse il frutto di questa concertazione e partecipazione e che ci permettesse di realizzare un modello di abitare che metta al centro il recupero delle relazioni sociali, un patrimonio che stiamo progressivamente dilapidando”.

Secondo l’assessore Anna Marson “per promuovere politiche abitative capaci di dare risposte convincenti a una domanda crescente in un contesto di disponibilita’ finanziarie progressivamente ridotte e’ essenziale lavorare il piu’ possibile in modo intersettoriale.

Nello specifico mi sembra essenziale rafforzare la relazione tra politiche abitative e politiche urbanistiche, senza dimenticare che il consumo di suolo ad opera di nuove urbanizzazioni verificatosi in questi anni in molti casi non ha nemmeno dato risposte adeguate alla domanda di case a costi sostenibili. Ricordo che invece negli anni ’70, in molte citta’ italiane, le politiche per le abitazioni sociali sono state essenziali per la riqualificazione e la rivitalizzazione dei centri storici”.

Le politiche abitative - ha aggiunto l’assessore - devono essere in grado di contribuire alla rigenerazione delle città e alla riproduzione dei territori rurali dove, negli ultimi tempi, si stanno sviluppando interessanti esperienze di autorecupero ed autocostruzione. Occorrono risposte più articolate  a partire dalla previsione di quote di edilizia sociale come requisito per le diverse trasformazioni urbanistiche che usufruiscono di premialita’ diverse, e dallo sviluppo di filiere di produzione locale come sperimentalmente avviato con componenti per l’edilizia derivate dal legno.

Siamo consapevoli - ha quindi concluso - della necessità di una revisione legislativa per migliorare le diverse indicazioni in merito alla sostenibilita’ sociale e ambientale dell’edilizia, e una proposta in tal senso e’ contenuta anche in una proposta di legge attualmente all’attenzione del Consiglio regionale. Senza dimenticare che l’intervento pubblico ha sempre la responsabilita’ di costituire un manifesto del modo possibile di fare citta’ ed edilizia producendo utilita’ collettiva”.


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