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Transizione energetica e occupazione, connubio possibile

Energie rinnovabili di
Il viceministro Bellanova: “È indispensabile comprendere e governare gli effetti del passaggio a un regime energetico a bassa intensità di carbonio sul sistema occupazionale”

Governare la transizione energetica anche dal punto di vista occupazionale: un impegno già assunto alla Ministeriale Energia del G7 di Kitakyushu del Maggio 2016, nel corso della quale per la prima volta è stata posta l’ipotesi di affrontare il tema dell’occupazione nel settore energetico, nuovamente sottolineato dalla Viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, in apertura dei lavori del primo workshop sul settore energetico, organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito della Presidenza del G7 Energia.

“È indispensabile - ha detto Teresa Bellanova - comprendere e governare gli effetti del passaggio a un regime energetico a bassa intensità di carbonio sul sistema occupazionale, dal duplice punto di vista quantitativo e qualitativo. Ci troviamo, infatti, a dover valutare l’incremento occupazionale nei nuovi settori, per esempio le rinnovabili, l’efficienza energetica o le reti intelligenti, e dall’altro, la diminuzione nei settori tradizionali, come il termoelettrico alimentato a fonti fossili, o il settore upstream”.  

“Siamo consapevoli - ha sottolineato Bellanova - di quanto questo settore sia importante sotto il profilo occupazionale, innanzitutto per la consistenza del numero di addetti ma anche, in prospettiva, per lo sviluppo di nuove competenze e nuovi profili professionali innovativi. È necessario, dunque, che il quadro della situazione sia chiaro, con dati certi e dettagliati, affinché sia possibile predisporre per tempo strumenti di prevenzione della disoccupazione per quelle figure professionali ritenute in declino e che richiedono una riqualificazione. D’altro canto una metodologia condivisa è utile anche a individuare nuove opportunità lavorative per coloro che sono fuori dal mercato del lavoro”.

Un percorso fondamentale anche per misurare l’effettiva competitività del settore, e l’impatto socio-economico complessivo del processo di de-carbonizzazione.

“In questo quadro - ha concluso la viceministro - sono convinta che sia essenziale inserire il concetto di uguaglianza di genere nell’ambito della promozione della green economy. Questo, a mio avviso, ci consente di fare un ragionamento più maturo e più completo non solo su come affrontiamo questa transizione epocale, ma anche in generale su come sostenere l’uguaglianza di genere nei settori occupazionali emergenti legati all’energia. Includere in modo trasversale una visione legata al genere in tutti gli aspetti dello sviluppo e della sostenibilità è un elemento da cui la green economy non può prescindere”.

La Viceministro ha infine anticipato che il tema dell’occupazione energetica sarà anche affrontato nella riunione Ministeriale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) del 7-8 novembre a Parigi.