Le opere incompiute potrebbero rinascere a nuova vita. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali hanno siglato un accordo che si pone questo ambizioso obiettivo. Come?
Verificando con i fondi a disposizione la possibilità di recuperare alcune opere presenti nell’apposita anagrafe, destinandole anche ad usi diversi da quelli originariamente previsti, purché compatibili e conformi alle normative vigenti.
In termini di risorse da investire, l’accordo prevede di attingere dal fondo istituito nello stato di previsione del Mef per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, includendo tra i vari investimenti anche quelli relativi alla riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei Comuni capoluogo di provincia.
L’accordo rappresenta un punto di incontro delle azioni portate avanti sia dal Mibac che dal Mit per promuovere, attraverso la realizzazione di progetti ad hoc, interventi di riqualificazione urbanistica estesi ad un più ampio contesto di sviluppo sostenibile nei quartieri periferici in cui si trovano queste opere.
Il Mit, in particolare, metterà a disposizione i dati e le informazioni presenti nella banca dati del Sistema Informativo di Monitoraggio delle Opere Incompiute (SIMOI) e fornirà il supporto al Mibac, tramite le competenti Strutture ministeriali, qualora si rendessero necessari ulteriori approfondimenti.