La Direttiva Europea n° 98 del 19 novembre 2008 in materia di rifiuti interviene per modificare e abrogare alcune Direttive ormai superate. La stessa invita gli Stati membri a provvedere al recepimento entro il 2010.
In materia di riciclaggio e riutilizzo di rifiuti, l’art. 11 impegna gli “Stati membri a promuovere il riciclaggio di alta qualità ed a istituire la raccolta differenziata dei rifiuti, ove essa sia fattibile sul piano tecnico, ambientale ed economico e al fine di soddisfare i necessari criteri qualitativi per i settori di riciclaggio pertinenti”.
Al fine di rispettare gli obiettivi della Direttiva e tendere verso una società europea del riciclaggio con un alto livello di efficienza delle risorse, gli Stati membri adottano le misure necessarie per conseguire i seguenti obiettivi:
a) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, sarà aumentata complessivamente almeno al 50 % in termini di peso;
b) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da Costruzione e Demolizione non pericolosi, escluso il materiale allo stato naturale definito alla voce 17 05 04 dell’elenco dei rifiuti, sarà aumentata almeno al 70 % in termini di peso.
La recente bozza predisposta dal Ministero dell’Ambiente italiano ha recepito in toto gli indirizzi della Direttiva e certamente l’iter legislativo del provvedimento rispetterà i termini per l’attuazione.
In Italia la percentuale di riutilizzo di rifiuti quali carta, metalli, plastica e vetro è molto vicina all’obiettivo minimo in quanto siamo all’avanguardia già da alcuni anni.
L’obiettivo minimo imposto invece, per i rifiuti inerti da C. & D., se per alcuni stati membri è già attuale o vicino (ad esempio: Olanda, Belgio, Germania, Austria), per l’Italia invece, è particolarmente ambizioso in quanto, la percentuale media che attualmente si riesce a coprire è vicina al 10%, con una grossa sperequazione territoriale tra le regioni centro-settentrionali e le regioni meridionali ed insulari.
Le attività di trasformazione per il riutilizzo dei rifiuti inerti da C. & D. subiranno un notevole impulso da queste nuove disposizioni supportate anche dal recente Accordo di Programma in materia, promosso e sottoscritto dal C.N.G., l’U.N.I.T.E.L. e Studi Ambientali per incentivare il recupero per il riutilizzo dei rifiuti inerti da C. & D.
Le attività previste dall’Accordo consistono nella:
- adozione di metodi di riciclaggio e recupero dei rifiuti inerti per garantire l’ottenimento di materiali con caratteristiche merceologiche conformi alla normativa tecnica di settore ed agli standard richiesti dalla Circolare MinAmbiente per gli aggregati riciclati, n. UL/5205/2005;
- promozione sul territorio attraverso la “Filiera RI-inerte”, della realizzazione di Centri di Raccolta e Recupero di rifiuti inerti da C. & D. da parte di imprese edili ed operatori del settore.
L’Unione Europea è intenzionata inoltre, a dotarsi di una Agenzia ad hoc che controlli la gestione dei rifiuti e l'implementazione della normativa in materia da parte degli Stati membri, in quanto secondo le previsioni dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, le quantità di rifiuti prodotti nel periodo 2005 - 2020 aumenteranno del 25% con una netta diminuzione delle emissioni generate pari a più dell’80% rispetto alla fine degli anni ‘80.
Tale suggerimento è stato evidenziato in uno studio commissionato dalla Commissione Europea che, sottolinea in particolare, la necessità di migliorare la gestione dei rifiuti riducendo l'incidenza dello smaltimento illegale degli stessi, il maggior rispetto della disciplina soprattutto in materia di riciclaggio e smaltimento, adottando controlli più severi in relazione alle spedizioni di rifiuti pericolosi, risultate troppo spesso illegali.
Una migliore attuazione della normativa in materia di rifiuti, oltre ad essere un priorità in sè per la tutela della salute e dell'ambiente, consentirebbe anche una riduzione di circa 200 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra (si pensi al metano prodotto dalle discariche), oltre a condizioni di più equa concorrenza tra le imprese europee.
Francesco Montefinese
Responsabile “Programma RECinert”