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Università: ecco le proposte degli architetti

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Se n’è parlato al Seminario “Tirocinio Professionale ed Esami di Stato” andato in scena a Roma nella sede del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

Secondo gli Architetti italiani il sistema universitario necessita di una riforma. Bisognerebbe definire un nuovo modello di relazione tra formazione universitaria, ricerca, professione e formazione. Se n’è parlato al Seminario “Tirocinio Professionale ed Esami di Stato”, andato in scena a Roma nella sede del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

Primo di una serie di iniziative e di eventi formativi, l’incontro è parte del più ampio progetto “Spazio Orientamento per l’Architettura”, volto a valorizzare la professione, a potenziare l’incontro tra domanda e offerta di competenze, favorendo il successo formativo e l’accesso al mondo del lavoro.

“In quest'ottica - sottolinea Paolo Malara, Coordinatore del Dipartimento Università, Tirocini, Esami di Stato - acquista grande valore ed importanza il tirocinio che, pur non essendo al momento obbligatorio, è ormai diventato un’ineludibile tappa del processo formativo: per questo motivo il Consiglio Nazionale sta promuovendo ogni possibile azione che ne determini l’obbligatorietà. Attualmente può essere attivato attraverso convenzioni con le Università, come stanno facendo alcuni Ordini territoriali e Federazioni, favorendo un rapporto nuovo tra formazione e professione, e la semplificazione dell’esame di Stato. Sono anche in corso i necessari approfondimenti con il MIUR per consentire il riconoscimento da parte dello stesso Ministero dei tirocini svolti all’estero”.

Ulteriori proposte per l’accesso alle Università

Tra le altre proposte degli architetti italiani per quanto riguarda l’accesso alle Università quelle di: organizzare un Open Day nazionale per spiegare la professione; rafforzare le attività di orientamento negli anni precedenti al diploma di maturità anche con progetti speciali (scuola-lavoro, etc.); rivalutare il nesso tra orientamento e prova di ammissione, studiando meccanismi di anticipazione della prova; valutare contestualmente il percorso formativo pre-universitario, gli esiti del test di ingresso, insieme a un colloquio motivazionale per migliorare il livello della selezione; anticipare il processo di ammissione, fissando la prova sia per i candidati nazionali che internazionali nei mesi invernali.