Il 2012 è stato un anno particolare per URSA. L’azienda, leader in Italia per quanto riguarda i pannelli isolanti in polistirene estruso, l’URSA XPS, ha subito un colpo dal quale avrebbe potuto essere difficile riprendersi: la distruzione della fabbrica di Bondeno, in provincia di Ferrara, causata dal terremoto che il 20 maggio scorso ha sconvolto l’Emilia. Proprio la fabbrica in cui si produce l’XPS destinato al mercato italiano. Con una forza sorprendente, il gruppo URSA, come una grande famiglia, ha fatto quadrato attorno alla sua filiale italiana e oggi, a sette mesi dal disastro, si può dire che il peggio sia ormai alle spalle.
Abbiamo fatto il punto di questo difficile anno con l’ingegnere Antonio Tenace, direttore commerciale URSA, che non ha dubbi: il 2013 sarà un anno importante per URSA Italia, che vuole continuare a crescere sia con i suoi clienti storici sia puntando su quello che da sempre è il suo valore aggiunto, la tecnologia all’avanguardia unita alla massima attenzione per la green economy e per l’ambiente.
Il terremoto in Emilia dello scorso maggio ha colpito il vostro stabilimento di Bondeno. Avete avuto difficoltà ma siete ripartiti, la famiglia URSA nel mondo vi ha aiutato molto. Facciamo il punto a 360° di questo difficile, ma vincente 2012?
È vero, da maggio le cose sono ovviamente cambiate per noi, il 2012 è stato un anno difficile. Il terremoto, che ha gravemente lesionato il nostro stabilimento, ci ha impedito di continuare a produrre in Italia l’XPS e la cosa ci ha messo in difficoltà, anche perché ha colpito un core business: siamo i leader di mercato negli isolanti in polistirene estruso in Italia. Ma la nostra reazione è stata davvero determinata. Tutto il gruppo URSA ci si è stretto attorno. Può sembrare incredibile, ma siamo riusciti a non disdire quasi nessuna commessa.
Per prima cosa, abbiamo piazzato tutto il materiale stoccato che avevamo in magazzino. Terminata la prima fase dell’emergenza, siamo ripartiti subito in sinergia con la casa madre di Madrid. La multinazionale URSA, terzo produttore a livello europeo di materiali e sistemi isolanti in ambito edile, ha 14 siti produttivi sparsi in mezza Europa. Grazie al lavoro di tutti, siamo riusciti dove pareva impossibile.
Abbiamo privilegiato i nostri clienti storici, quelli che ci hanno sempre dato fiducia. Abbiamo messo in moto una macchina logistica incredibile, mosso tir di materiali da depositi in Francia e in Spagna, per rifornire il mercato italiano. Siamo arrivati anche a far partire 30 camion al giorno. Lo stabilimento di Tarragona di URSA Spagna ha aumentato il suo ciclo produttivo di un turno per permetterci di soddisfare le commesse italiane. Insomma, abbiamo ribaltato la situazione. È stata una operazione da milioni di euro, ma ha dimostrato che URSA è in grado di far fronte a qualsiasi situazione, senza trascurare nemmeno per un momento i propri clienti. Dunque posso dire che il 2012 si chiude decisamente con un segno positivo.
Anche perché abbiamo già dato il via al nuovo stabilimento di produzione in Italia, iniziando a smantellare la vecchia fabbrica. Da inizio 2013 partiremo con la costruzione di quella nuova. Nel frattempo, apriremo nuovi magazzini in Italia per stoccare i nostri prodotti, e per abbattere i costi e i tempi di trasporto fino a che non terminerà del tutto questa emergenza. Però, questo drammatico evento ci ha fatto riflettere su un dato importante: è giunto anche in Italia il momento di puntare con ancora più decisione di prima sulle lane minerali, per una vasta serie di ragioni. Una missione per l’immediato futuro: vogliamo restare leader nella produzione di XPS, ma spingere sempre di più il segmento delle lane naturali.
Si riferisce a PureOne, in particolare? È davvero così “verde” come prodotto?
Sì, sicuramente. Dal lancio che ne abbiamo fatto in Italia lo scorso anno ad oggi, PureOne si è imposto come uno dei prodotti più all’avanguardia nel campo delle fibre isolanti. Il nostro obiettivo principale, oggi come un anno fa, è quello di dare una svolta bio, verde, sia alla produzione industriale che ai materiali che creiamo. Con materiali che sono anche più performanti di quelli tradizionali. PureOne ne è l’emblema assoluto: grazie alla nuova tecnologia water-born, durante la produzione si ha come unico sottoprodotto della lavorazione vapore acqueo, al posto delle tradizionali emissioni di sostanze come formaldeide, metanolo, fenolo e ammoniaca.
Una rivoluzione assoluta. PureOne è composto per quasi l’80% da vetro riciclato: un pallet di PureOne contiene circa 150 bottiglie di vetro riciclate, e come agente legante un legante riciclabile al 100%, diluito con acqua pura e non con bio-solventi organici. È grazie a questa fase di lavorazione che non solo produciamo una lana minerale assolutamente sicura e dalle caratteristiche isolanti innovative, ma rispettiamo anche l’ambiente.
Inoltre, fino ad oggi nei paesi Mediterranei come l’Italia si è sempre privilegiato un isolamento a base plastica, perché in molte zone è più importante proteggersi dal caldo che dal freddo. PureOne, oltre ad essere un isolante efficace per ogni temperatura, ha dalla sua anche una grandissima valenza come fonoassorbente, quindi di isolamento acustico. Un fattore determinante anche per la qualità della vita. Ancora più importante è la sua totale biodegradabilità: lo smaltimento di PureOne è quello di un qualsiasi rifiuto, non ha bisogno di trattamenti speciali. E può essere con altrettanta facilità rigenerato: basta cuocerlo negli appositi forni per riportarlo alla condizione di partenza.
Perché in ottica ecologica è sempre più importante il concetto di isolamento termico? E soprattutto, cosa significa per URSA edilizia sostenibile: lei crede che sia questo il business del futuro?
L’isolamento è fondamentale, per una ragione molto semplice che non mi stanco mai di ripetere. Si parla sempre di consumare meno energia come una delle cose più importanti per il futuro. Si parla soprattutto di energie rinnovabili. Ma la prima energia rinnovabile è quella che non si consuma. Quindi, isolare correttamente e con materiali di qualità come quelli URSA gli edifici, significa in definitiva dover usare meno energia. Si risparmia in partenza.
È come se togliessimo la lucina dello stand-by agli elettrodomestici... risparmieremmo davvero molta energia! Se pensiamo a quanti edifici da isolare correttamente ci sarebbero solo in Europa... sarebbe un risparmio epocale per tutti! Un’azienda che abbia a cuore questi concetti ecologici deve affrontarli in primo luogo nella catena produttiva, in fabbrica. Deve pensare anche allo smaltimento degli scarti di produzione, al trasporto. Al risparmio energetico nell’atto stesso di produrre. URSA fa tutto questo. Per capirci meglio: se io devo isolare 400 mq di superficie con il polistirene estruso, ho bisogno di un tir che lo trasporti.
Se invece usiamo lane minerali, come ad esempio PureOne, Glasswool o Ursa Terra, bastano due rotoli che l’installatore può trasportare comodamente. Due viaggi in meno di un tir, l’andata e il ritorno dal deposito, moltiplicati per tanti e tanti tir, significano molto per il nostro pianeta. Quindi la nostra politica è a tutto tondo: ricercare i materiali più ecologici per l’edilizia e i modi più razionali e green per il trasporto, la produzione, lo smaltimento, lo stoccaggio. Questo significa produrre materiali eco-sostenibili, pensare all’impatto sull’ambiente che ha la loro realizzazione pratica. Quello eco-sostenibile è l’unico futuro possibile per l’edilizia. Ed è quello che noi facciamo da tempo. È un nostro valore fondamentale.
Recentemente al MADE expo 2012 avete presentato PureOne, la bianca lana minerale eco-friendly, in un’ottica multisensoriale del tutto inedita. Ci racconta com’è andata e come hanno reagito i vostri clienti?
È stata davvero una bellissima esperienza, che ha lasciato un bel ricordo a tutti. Continuo ad incontrare addetti ai lavori, architetti, ingegneri, anche di ditte nostre concorrenti, che mi dicono che quella con PureOne all’ultimo MADE expo è stata una esperienza unica nel suo genere e molto simpatica. La sfida era far provare con i cinque sensi le caratteristiche di
PureOne, sfumare nel suo candore tutti i pregiudizi ecologici che ci sono sui materiali isolanti. PureOne è del tutto innocuo ed eco-compatibile, quindi l’abbiamo fatto toccare, guardare, annusare, e tutti si sono stupiti della sua morbidezza, del fatto che non fosse minimamente urticante. Anche se sembra di poterlo mangiare, anche se è del tutto eco-compatibile, non è di certo commestibile... ma allo stesso tempo non si poteva lasciare all’asciutto un senso importante come il gusto.
Allora, abbiamo deciso di giocare: al posto del PureOne, i nostri clienti hanno mangiato dello zucchero filato. È stato davvero spassoso. Al primo sguardo, lo zucchero e PureOne sembrerebbero uguali: stessa morbidezza, stesso candore, stessa sensazione di lievità. Ma come non farei mai mangiare a nessuno PureOne, ho consigliato vivamente a tutti di non isolare nulla con lo zucchero filato! Meglio continuare ad affidarsi ai prodotti URSA.