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Verde urbano: come verranno usate le risorse del Pnrr?

Ecologia e tutela ambientale di
Verde urbano: come verranno usate le risorse del Pnrr?
Il Ministero della Transizione Ecologica ha firmato il progetto previsto dal Pnrr e dedicato al verde urbano ed extraurbano. Vediamo insieme in cosa consiste

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha previsto ingenti risorse anche per il verde urbano ed extraurbano. Andiamo a scoprire a quanto ammontano questi fondi e come verranno utilizzati.

Il Ministero della Transizione Ecologica ha firmato l’apposito progetto insieme a Ispra, Cufa, Istat e Centro interuniversitario di ricerca “Biodiversità, Servizi ecosistemi e Sostenibilità” (Cirbises) dell’Università Sapienza di Roma.

Il Progetto, del valore complessivo di circa 330 milioni di euro, è uno degli importanti impegni previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

In linea con le Strategie nazionali e dell’Unione europea, il progetto prevede una serie di azioni su larga scala, rivolte principalmente alle quattordici città metropolitane italiane per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini attraverso lo sviluppo di boschi urbani e periurbani.

Le finalità del progetto per il verde urbano ed extraurbano

L’obiettivo è piantare almeno 6,6 milioni di alberi (per 6.600 ettari di foreste urbane), individuando luoghi e quantità secondo il principio di utilizzare “l’albero giusto nel posto giusto” e contribuendo a:

- preservare e valorizzare la naturalità diffusa, la biodiversità (in linea con la Strategia europea per la biodiversità) e i processi ecologici legati a ecosistemi pienamente funzionali;

- contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico nelle aree metropolitane, aiutando così a proteggere la salute umana;

- contribuire a ridurre le procedure di infrazione sulla qualità dell’aria;

- recuperare i paesaggi antropizzati, valorizzando le aree interne in diretta relazione ecologica con le aree urbanizzate (corridoi ecologici, reti ecologiche territoriali) e il sistema di aree protette presenti nelle immediate vicinanze delle aree metropolitane;

- frenare il consumo di suolo e ripristinare i suoli utili.

Le città italiane, infatti, sono sempre più esposte ai problemi legati all’inquinamento atmosferico, all’impatto dei cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, con evidenti effetti negativi sul benessere e sulla salute dei cittadini (oltre 65.000 morti premature all’anno in Italia solo per le particelle PM2,5). Ciò rende importante l’attuazione di misure volte alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione del territorio in ambito urbano.

A sottoscrivere l’accordo il direttore generale per il Patrimonio naturalistico, Antonio Maturani, il direttore generale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Alessandro Bratti, il vice comandante dell’Arma dei Carabinieri, Comando unità forestali ambientali e agroalimentari, Davide De Laurentis, il direttore della direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali dell’Istituto nazionale di statistica, Sandro Cruciani, e il direttore del Centro interuniversitario di ricerca “Biodiversità, Servizi ecosistemici e sostenibilità”, Mauro Serafini.