Via libera al DL Crescita. Cosa ne pensano i costruttori?

Edilizia di Marco Zibetti
Il provvedimento ha ricadute importanti sul settore edile. Sentiamo il parere di Gabriele Buia, presidente dell’Ance (Associazione Nazionale dei Costruttori Edili)

Il Senato ha approvato, con 158 voti favorevoli, 104 contrari e 15 astensioni, la legge di conversione del Decreto Crescita. Un provvedimento che ha ricadute importanti sul settore edile. Ma qual è il parere dei costruttori? Scopriamolo insieme.

“Siamo soddisfatti per l’approvazione di alcune misure determinanti per sostenere e promuovere un rilancio dell’edilizia, che, come Ance, chiedevamo da tempo”, sottolinea il Presidente Ance, Gabriele Buia.

I pro del Decreto Crescita

In particolare, secondo Buia, è molto positivo il pacchetto di misure fiscali che prevede la detassazione delle imposte sull’acquisto di immobili da demolire o ristrutturare, l’estensione del sismabonus per gli acquisti di case demolite e ricostruite con criteri antisismici nelle zone 2 e 3 e la possibilità per le imprese di cedere il credito d’imposta acquisito sotto forma di sconto sui lavori.

“Finalmente il legislatore ha compreso l’importanza della leva fiscale per la rinascita e la messa in sicurezza dei centri urbani: vera priorità per il Paese”, commenta Buia, che aggiunge: “Mi auguro che nella Legge di bilancio alcune di queste misure possano essere estese anche a tutti gli altri operatori immobiliari, che svolgono un ruolo fondamentale per la crescita economica delle nostre città”.

Positive anche le misure sul credito con l’istituzione di un Fondo salva opere che consentirà il pagamento delle centinaia di imprese creditrici dei grandi gruppi in crisi e di conseguenza il completamento di quelle opere che attualmente risultano bloccate. Una battaglia, questa, che ha visto i comitati territoriali e il sistema Ance in prima linea per il riconoscimento di un diritto legittimo da parte delle imprese di essere pagate, garantendo quindi l’occupazione e la tenuta economica dei territori coinvolti. “E’ una norma di civiltà che non poteva essere pagata dalle imprese e che salutiamo con soddisfazione. Ora però bisogna fare in fretta, non perdiamoci in estenuanti istruttorie prima di procedere al pagamento”, sottolinea il Presidente dei costruttori.

Bene anche l’istituzione del Fondo di garanzia per le pmi, che permette alle imprese in difficoltà, dopo oltre 10 anni di crisi estenuante e di liquidità a corto, di ristrutturare il proprio credito. “Una boccata d’ossigeno che consentirà a molte imprese di dare continuità alla propria attività, salvaguardando l'occupazione”, precisa Buia.

La misura che desta preoccupazione

Preoccupa, invece, la misura che consente agli istituti bancari di cedere in blocco i crediti deteriorati, ma non ancora in sofferenza. “Occorrerà vigilare - spiega Buia - affinché sia garantito il sostegno finanziario alle imprese cedute, evitando un approccio meramente liquidatorio, che rappresenterebbe la pietra tombale per migliaia di operatori con problemi finanziari superabili”.


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