La riapertura delle scuole e la fruizione di altri edifici pubblici come uffici e ospedali rappresentano punti critici nella lotta alla pandemia da Covid-19. Ma la ventilazione meccanica controllata (VMC) potrebbe essere un’arma importante. Vediamo in che modo.
L’associazione Amici della Terra e Assoclima propongono di integrare i paragrafi “edilizia pubblica” e “ospedali” del Recovery Plan, in modo da aggiungere agli interventi integrati di prevenzione del rischio sismico e riqualificazione energetica, anche la messa in opera di sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata che possono contribuire a ridurre drasticamente il rischio di contaminazione da COVID19 negli ambienti collettivi.
L’associazione invierà nei prossimi giorni un proprio contributo al Governo, chiedendo che siano previste le risorse necessarie a questo essenziale intervento di prevenzione epidemiologica, che presenta anche una serie di vantaggi collaterali dal punto di vista economico e ambientale.
La VMC è davvero la soluzione?
Sono ormai molte le evidenze tecnico-scientifiche per cui il controllo ambientale indoor sia una delle soluzioni più efficaci e meno costose per fronteggiare la pandemia, e altri paesi come la Germania stanno già investendo in questo senso. Anche la stampa internazionale ha iniziato a comunicare i benefici di queste soluzioni, una recente pubblicazione del NY Times mostra con delle simulazioni visuali il drastico calo di diffusione del virus in un ambiente con ventilazione controllata.
In più occasioni, durante i mesi di pandemia, gli Amici della Terra hanno portato all’attenzione il tema e proposto investimenti strutturali, che permetterebbero di prevenire la diffusione del virus, innalzerebbero in generale gli standard sanitari del parco immobiliare pubblico, a partire da scuole ed ospedali, e svilupperebbero una filiera industriale italiana all’avanguardia, che presenta tecnologie di assoluta eccellenza a livello mondiale, un esempio calzante di debito buono.
Anche su L’Astrolabio, la testata degli Amici della Terra, il prof. Angelo Spena dell’Università Tor Vergata ha di recente rilanciato al nuovo Governo la proposta di inserire questi interventi nel PNRR, sottolineandone i benefici sanitari, in termini di riaperture, ambientali e di moltiplicatori del nostro PIL.