Federutility, Anima e Agi presentano la loro ricetta per il settore idrico: una parte di fondi pubblici (per merito), accesso al credito con CdP, project financing e gli "Hydrobond". Fondamentale per tutti l'Autorità di Regolazione dell'acqua
Un "Piano Investimeni per il settore idrico" per superare il gap infrastrutturale e offrire un contributo per uscire dalla crisi, con un'accelerazione degli investimenti e un effetto positivo sui livelli occupazionali (stimati in 160-220 mila unità).
Sono alcuni dei dati del Piano presentato oggi in conferenza stampa da Federutility, Anima e Agi nell'ambito della X edizione della Mostra internazionale H2O presso la Fiera di Ferrara
Il piano - illustrato da Roberto Bazzano (presidente Federutility e Iride Spa), da Giancarlo Cremonesi (presidente Confservizi e Acea Spa), da Maurizio Brancaleoni (vice presidente di Anima, Meccanica varia di Confindustria) e da Andrea Cirelli dell'Autorità Acqua e Rifiuti dell'Emilia Romagna è stato inviato al Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, al Ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli, al Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e al Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, oltre che al Presidente della Conferenza Stato-Regioni Vasco Errani.
Nel documento sono illustrate le linee e le cifre economiche per la realizzazione delle opere infrastrutturali nel settore idrico, con gli obiettivi di riduzione delle perdite, continuità del servizio, maggior qualità dell'approvvigionamento idrico (in particolare nel Mezzogiorno) e del trattamento dei reflui, nel rispetto delle norme nazionali ed europee (sono circa 800 i siti per i quali la Commissione Europea ha segnalato infrazioni alla Direttiva 91/271/CE).
"La ricetta per far ripartire il settore idrico deve prevedere la fine del pendolarismo normativo, l'istituzione di un'Autorità indipendente e l'attribuzione della governance al territorio di riferimento". Questi i 3 ingredienti individuati da Roberto Bazzano per consentire l'accelerazione degli investimenti previsti per il settore idrico. "Noi insieme abbiamo elaborato strumenti tecnici - conclude Bazzano - ma ora serve il contorno di regolazione e di norme per dare fiducia a che deve investire".
"L'incertezza normativa nel settore idrico ha colpito anche l'industria meccanica ad esso collegata, che ha dovuto diversificare in altri settori o in qualche caso chiudere, come accaduto ad alcuni importanti marchi. - ha sottolineato Maurizio Brancaleoni -. Oggi assistiamo al paradosso che industrie che lavorano molto all'esterno non riescono a lavorare in Italia".
Il Piano propone di accelerare gli investimenti per i prossimi dieci anni, realizzando il 50% in più investimenti programmati per i primi cinque anni e la messa a regime per i successivi cinque.
Allo scopo di facilitare/accelerare la realizzazione del Piano degli investimenti - soprattutto laddove il deficit infrastrutturale ha un più elevato impatto sulla tariffa - Federutility, Agi e Anima propongono tre strumenti principali:
1.Fondi pubblici di accompagnamento e sostegno per confinanziare gli interventi previsti. L'accesso a tali fondi dovrebbe essere regolato secondo criteri premiali. Un indispensabile prerequisito di accesso dovrebbe essere individuato nella coerenza dei percorsi avviati in materia di riforma dei servizi idrici da parte del soggetto gestore..
2. L'emissione di obbligazioni di durata media - lunga (i c.d. Hydrobond) - commisurata ai programmi di investimento e supportata da garanzie di natura pubblica che riducano gli spread da applicare. A tale proposito, il Piano sottolinea l'utilità di valorizzare l'apporto della Cassa Depositi e Prestiti, con l'obiettivo di sostenere, a costi competitivi, la liquidità del sistema per avviare le iniziative previste.
3. Le tariffe idriche in Italia sono tra le più basse in Europa, un fatto che ha storicamente depresso gli investimenti e incoraggiato lo spreco delle risorse idriche. La revisione delle tarifee auspicata non può però avvenire senza il concorso del Conviri, cui spetta la fissazione di regole tariffarie trasparenti, certe e uniformi sul territorio nazionale che garantiscano all'utenza un servizio efficiente e al gestore un'adeguata remunerazione del capitale investito.
Il sistema regolatorio-tariffario dovrebbero poi aprirsi completamente ai meccanismi del project financing che, come mostra anche l'esperienza internazionale, si sono dimostrati particolarmente efficaci in termini di qualità e tempistica. All'interno di queste procedure poi, un ricorso più esteso ai meccanismi del green procurement non farebbe che enfatizzare ulteriormente gli aspetti di salvaguardia pro-ambientale che il Piano prevede e che si profila anche come un patto intergenerazionale nella tutela di un bene primario per la collettività.
Infine il Piano auspica la creazione di un'Autorità di settore indipendente e la stabilizzazione del quadro normativo. Benefici effetti avrebbero poi interventi sul recupero dei reflui a fini irrigui e un piano di sostituzione dei contatori domestici per migliorare la trasparenza della fatturazione e la consapevolezza dell'utente.