Un espertissimo Ingegnere di Solid Project, che opera nella zona di Ancona, Senigallia, ha voluto scrivere degli articoli riguardante i cedimenti strutturali.
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CEDIMENTI FONDALI: CAUSE E RIMEDI
1° parte
Le cause dei cedimenti fondali negli edifici sono molteplici; le variazioni che si possono verificare nei terreni sotto le fondazioni possono essere infatti riconducibili a molte cause; inoltre, molto spesso, esaminando la motivazione di un dissesto, si trovano più cause concomitanti.
A volte più cause concomitanti portano tutte allo stesso tipo di dissesto, per cui la diagnosi e la conseguente prognosi sono facilitate; altre volte, invece, il cedimento è la risultante del sommarsi di varie cause producenti effetti discordanti fra loro, per cui risalire alle diverse, singole motivazioni può essere complesso, specialmente se non si ha alle spalle una casistica numerosa e se non si è dedicato tanto tempo alla risoluzione di questi problemi.
Sulla base di più 12.000 cedimenti esaminati, posso dire che la causa del dissesto è, nella maggior parte dei casi, riconducibile all’essiccamento dei terreni, prevalentemente argillosi, presenti sotto le fondazioni.
A provocare il cedimento, più in particolare, non è tanto l’essiccazione dei terreni quanto la diversa essiccazione degli stessi sotto le varie parti del fabbricato, principalmente in funzione della sua esposizione al sole: la naturale contrazione volumetrica dei terreni argillosi verso il basso si verifica, infatti, soprattutto in corrispondenza dello spigolo sud-ovest delle case delle nostre colline.
Il cedimento può essere accentuato poi anche da un poco curato allontanamento delle acque piovane che accentua l’alternarsi di rammollimenti per eccessiva imbibizione e successivi essiccamenti, esasperati molte volte dalla presenza di alberi che, attraverso le loro radici, continuano ad asportare dal terreno l’acqua residua anche in periodi siccitosi.
Ecco come si può sintetizzare il meccanismo del cedimento per essiccazione: i terreni argillosi che si seccano si contraggono volumetricamente verso il basso ed abbandonano il contatto con la parte inferiore della fondazione degli edifici; questi ultimi seguono il movimento del terreno sottostante abbassandosi e “chinando la testa” verso il sole e, se si è “fortunati”, si assiste “soltanto” ad uno spostamento solidale delle strutture murarie che si adagiano al nuovo letto di posa; il più delle volte, però, l’essiccamento è vario e la struttura fondale non è sufficientemente rigida, cosicché le strutture in elevazione si appoggiano sul terreno ceduto in maniera brusca e non omogenea, provocando le rotture da interpretare e motivare.
Nei prossimi articoli esaminerò più nel dettaglio le varie cause che contribuiscono ad esasperare e/o ad evidenziare il fenomeno dell’essiccazione e riporterò alcuni casi in cui il dissesto studiato si è dimostrato particolarmente complesso e, di conseguenza, la diagnosi particolarmente interessante.