La sua conclusione è prevista entro il 2019 e, a quel punto, sarà al contempo ilgrattacielo più alto del mondo e la struttura più alta costruita dall’uomo nell’intero arco della sua storia. La Jeddah Tower, che si ergerà nella città di Gedda in Arabia Saudita, punta dritto ai 1.000 metri tondi, conterà 170 piani, ospiterà al 157esimo un’ampia piattaforma circolare panoramica (che a sua volta diventerà la più alta del mondo), e supererà quindi di oltre 170 metri l’attuale edificio dei record, il Burj Khalifa di Dubai (nella foto), gioiello architettonico degli Emirati Arabi che raggiunge gli 829,80 metri.
La corsa ad arrivare più in alto, piano dopo piano, ha infiammato i sogni dei costruttori sin dalla fine del XIX secolo. Certo, all’epoca veniva ufficialmente considerato “grattacielo” ogni edificio che superasse i 10 piani, ma poi, con l’evoluzione tecnologica del XX secolo, i parametri sono decisamente cambiati.
Un ente specializzato nello studio e nella ricerca sulla mega-edilizia
Negli anni del secondo dopoguerra si iniziò persino ad avvertire la necessità di istituire una sede ufficiale per un dibattito scientifico sul tema e, nel 1969, l’International Association for Bridge and Structural Engineering (Iabse) e l’American Society of Civil Engineers (Asce) diedero vita al Joint Committee on Tall Buildings, che 7 anni dopo, nel 1976, assunse il nome di Council on Tall Buildings andUrban Habitat (Ctbuh) e che dal 2004 si ritrova nell’Illinois Institute of Technology di Chicago.
All’interno dei suoi organi direttivi e dei suoi comitati si confrontano alcuni tra i più rilevanti ingegneri a livello globale, sia a livello di progettazione che di costruzione, e gli studi commissionati dall’istituto offrono sempre panoramiche di primo interesse per gli specialisti di tutto il mondo.
Oggi, sul piano dei materiali impiegati nell’edificazione dei grattacieli, il leader indiscusso è senza dubbio il calcestruzzo, che si attesta come componente di assoluta maggioranza per il 63% delle strutture, seguito dalla soluzione mista calcestruzzo e acciaio per il 32% e da quella del solo acciaio portante per il 5%. Oramai in calcestruzzo non vengono eseguite solo opere nucleari (cores) e setti (shear-walls), ma anche colonne e mega-columns, e per capire quanto investimento si faccia effettivamente su questo materiale è utile tornare col pensiero proprio alla Jeddah Tower: tra le cifre da record di quello che sarà il titano saudita figurano anche 8mila tonnellate di acciaio e mezzo milione di metri cubi di cemento.
Innovazione tecnologica: come si può capire se il cemento è di qualità ottimale?
A rispondere a questa domanda può intervenire con cognizione di causa il marchio ELTRA, società del gruppo Verder Scientific, una società che da oltre trent’anni può considerarsi una vera eccellenza nell’articolato settore dell’analisi chimica elementare: conoscere fino in fondo la conformazione mineralogica e molecolare di un prodotto quale ad esempio il cemento, infatti, può davvero fare la differenza e scongiurare l’uso di materiale avariato o fallato, non idoneo all’impiego nell’edilizia perché potenzialmente pericoloso.
Come nel caso degli Analizzatori di Carbonio / Zolfo o degli Analizzatori Termogravimetrici, strumenti comprensibilmente sempre più adottati nell’ambito delle industrie della costruzione. Lo zolfo infatti influenza fortemente la longevità di cemento e derivati, a causa della produzione di acido innescata con l’interazione con l’acqua, fenomeno micidiale che velocizza in modo sostanziale la degenerazione del materiale. L’Analyzer CS-i consente di rilevare con precisione massima la presenza di questo elemento chimico e, volendo, anche di quella del carbonio; la determinazione avviene in un forno in atmosfera di ossigeno puro ad una temperatura di circa 2.000 gradi centigradi.
Il TGA Thermostep, invece, è uno strumento compatto con bilancia integrata, che permette di monitorare parametri quali umidità, ceneri, composti volatili e LOI (Loss Of Ignition) in materiali di varia natura, un supporto di enorme utilità sia nella fase di studio del materiale propedeutico alla produzione che nel monitoraggio della qualità a processo ultimato.
Insomma, nel mondo dei record, la cui intima essenza è la continua corsa all’aggiornamento del dato, alla cancellazione di un nome e all’inserimento di un altro, una certezza permane, proprio a livello procedurale: l’azione di successo, soprattutto se ambiziosa, va costantemente soppesata e valutata, sempre con gli strumenti più idonei.