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Flir presenta la prima serie di termocamere dedicata alle applicazioni laser

Attrezzature da cantiere di
La nuova FLIR serie SC7100 Near-Infrared (NIR) è disponibile sia con sensore di tipo InGaAs che con sensore di tipo VisGaAs


FLIR Systems presenta la serie di termocamere SC7100, la prima gamma di termocamere Near-Infrared disponibile in commercio dedicata alle applicazioni laser. E’ disponibile sia con sensore di tipo InGaAs che con sensore di tipo VisGaAs  qualora sia  richiesta la sensibilità  nello spettro visibile. La serie è dotata di una ruota porta filtri per un’analisi in sottobande e un input IRIG- B come caratteristiche standard per un’accurata  temporarizzazione dei dati.

La gestione del sensore è stata  migliorata affinché possano essere raggiunte  temperature sotto lo zero e  raggiungere valori  di NEI (Noise Equivalent Irradiance) più  bassi.

I laser sono comunemente utilizzati per identificare un bersaglio, per la telemetria e per attività di ricerca e sviluppo. Solitamente, vengono prese in considerazione le seguenti linee spettrali: 808nm, 850 nm, 1064 nm, 1310 nm, 1550 nm. Sebbene le prime tre potrebbero essere rilevate anche utilizzando "i cosiddetti" dispositivi di visione notturna (occhiali o mirini), questi, solitamente, oltre i 1100nm non hanno la necessaria sensibilità spettrale.
Le camere nel NIR che inglobano tecnologia  di tipo InGaAs o VisGaAs, possono essere efficacemente utilizzati per rilevare e identificare tutti i sovraindicati  profili laser.

Nonostante una normale termocamera NIR a "banda larga"  sia in grado di rilevare un laser dal momento che rientra nella sua gamma di sensibilità dello spettro, bisogna considerare che la sua soglia di rilevamento potrebbe non essere  adeguata e il segnale laser risultare “sbiadito” all’interno dell’intero spettro. Così, in condizioni difficili (per esempio una giornata di sole),  lo spot del laser potrebbe non essere individuato dalla termocamera.

Per le applicazioni di test e ricerca e sviluppo, dove è di fondamentale importanza avere  una bassa soglia di rilevamento  risulta quindi essenziale migliorare il rapporto segnale-rumore (SNR) a livello del sensore. Per questo si può utilizzare un filtro spettrale il più possibile sovrapponibile  profilo spettrale del laser. Di conseguenza, l’SNR sarà più elevato nella  gamma di frequenza spettrale corrispondente,  abbassando così la soglia di rilevazione (la potenza minima rilevabile del laser è ridotta) e rendendo il sensore più sensibile.

Un altro importante vantaggio derivante dall’uso di un filtro sul percorso ottica è l'identificazione: una firma laser può quindi essere identificata e non solo rilevata.